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             con tutte le parti (e le persone) della città; la stessa previsione di un target
             specifico dedicato all’accesso libero e sicuro agli spazi verdi e pubblici in genere
             per tutti (11.7) è analogamente significativa se solo si considera che questi sono
             luoghi non solo di svago, ma teatro di vero e proprio confronto di idee (si pensi
             alle pubbliche manifestazioni) e di manifestazioni culturali (si pensi, per quanto
             qui soprattutto interessa, non solo ad eventuali manifestazioni culturali cd. open-
             air, ma anche al fatto che tra gli spazi pubblici possono essere sicuramente
             ricompresi anche, per esempio, musei e biblioteche), la cui libera e sicura
             accessibilità contribuisce alla realizzazione dello stesso principio democratico.
             Invero, proprio gli spazi pubblici costituiscono, da un punto di vista strutturale,
             il tessuto connettivo della città, sottratto alla proprietà privata e fisiologicamente
             destinato a rendere realmente fruibile la città stessa ed, anzi, a monte, a far sì
             che essa possa dirsi tale, come luogo non solo di coabitazione ma di condivi -
             sione. Vista in questa prospettiva, la dimensione strutturale dello spazio pub -
             blico diviene dimensione sociale, andando a costituire il luogo della partecipa -
             zione e del confronto, della conoscenza reciproca e della implementazione della
             componente relazionale della città stessa, che cessa così di essere una somma di
             luoghi individuali (e dunque di individui separatamente considerati), per
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             divenire comunità .
                In direzione del tutto convergente, è l’espresso favor per i «legami economici,
             sociali e ambientali tra aree urbane, periurbane e rurali» (11.a) espressamente
             qualificati come «positivi», che devono essere «supportati» nell’evidente pro -
             spet tiva di abbattere (e prevenire l’insorgenza di) fratture fisiche e sociali tra
             parti della città e tra la città nel suo complesso e il contesto fisico in cui è inserita,
             opponendosi al sorgere di qualunque fattore (fisico o immateriale che sia) di
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             segregazione e isolamento .



                22  Su questi temi si vedano le osservazioni di Z. BAUMAN, Vita liquida (trad. M.
             Cupellaro), Bari, 2005, 82 a proposito della contrazione degli spazi pubblici, “la
             tendenza ad allontanarsi dagli spazi pubblici per ritirarsi in isole di identicità diventa,
             col passare del tempo, il principale ostacolo al convivere con le differenze, in quanto fa
             sì che le capacità di dialogo e di negoziato appassiscano e muoiano. E l’esposizione alla
             differenza a costituire, nel tempo, il principale fattore di una felice convivenza, in quanto
             fa sì che le radici urbane della paura appassiscano e muoiano». Di interesse sul tema,
             anche M. BORRELLO – G. RUGGIERO (a cura di), La città si-cura (Atti del convegno di
             Torino, 6 maggio 2016), ES, Napoli, 2017.
                23  Non si ignora come i legami tra aree urbane e rurali trovino probabilmente la loro
             prima ragione nel fatto che – come emergeva già nella Dichiarazione di Istanbul, “Cities,
             towns and rural settlements are linked through the movements of goods, resources and
             people. Urban-rural linkages are of crucial importance for the sustainability of human
             settlements. As rural population growth has outpaced the generation of employment
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