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La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili» 87
sicuri e convenienti e ai servizi di base e riqualificare i quartieri poveri» (11.1);
l’attenzione verso il sistema dei trasporti «con particolare attenzione ai bisogni
di coloro che sono più vulnerabili, donne, bambini, persone con invalidità e
anziani» (11.2); l’idea dell’urbanizzazione «inclusiva e sostenibile e la capacità
di pianificare e gestire in tutti i paesi un insediamento umano che sia parteci -
pativo, integrato e sostenibile» (11.3); attenzione per «protezione dei poveri e
delle persone più vulnerabili» è anche raccomandata in riferimento «ridurre in
modo significativo il numero di decessi e il numero di persone colpite e dimi -
nuire in modo sostanziale le perdite economiche dirette rispetto al prodotto
interno lordo globale causate da calamità» (11.5) e, infine, è altresì raccoman -
data un’attenzione particolare ai bisogni di «donne, bambini, anziani e disabili»
relativamente all’«accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e
accessibili» (11.7).
A quanto detto si può aggiungere come lo sviluppo umano cui tali azioni
mirano si declini, parallelamente, tanto della vita dell’individuo come singolo,
quanto nella sua vita di relazione. La considerazione non è priva di rilevanza
attenso che, se si confrontano, le azioni contenute nell’undicesimo goal con il
contenuto del p. 72 della Dichiarazione di Rio+ 20, – che, come si è più volte
detto, rappresenta, prima del 2015, il punto più avanzato dell’attenzione alla
città da parte dei vertici sullo sviluppo sostenibile –, sembra potersi affermare
come sia proprio quest’ultima, ossia quella relazionale, la dimensione della vita
dell’uomo che emerge con carattere di novità. L’Agenda infatti dedica atten -
zione specifica, attraverso alcuni targets del goal undicesimo proprio a tale
aspetto, sostanzialmente trascurato in precedenza, prevedendo che sia fornito
«accesso universale a spazi verdi e pubblici sicuri, inclusivi e accessibili, in
particolare per donne, bambini, anziani e disabili (11.7), «Supportare i positivi
legami economici, sociali e ambientali tra aree urbane, periurbane e rurali
rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale» (11.a), «Entro
il 2020, aumentare considerevolmente il numero di città e insediamenti umani
che adottano e attuano politiche integrate e piani tesi all’inclusione (…)» (11.b),
e infine «Potenziare gli sforzi per proteggere e salvaguardare il patrimonio
culturale e naturale del mondo» (11.4), sulla cui rilevanza sociale si avrà modo
di tornare tra breve.
Leggendo tra le righe, pare emergere peraltro come le politiche elencate
mirino a costruire insediamenti umani in cui le relazioni umane siano favorite e
promosse, in cui le istituzioni agiscano nel rimuovere gli ostacoli alla libera
socializzazione, impedendo la creazione di «muri» interni in una piena realiz -
zazione del valore dell’inclusione sociale di cui tutta l’Agenda è permeata. In
tal senso, milita chiaramente, in primo luogo, la particolare e minuziosa atten -
zione dedicata all’accessibilità dei trasporti e alla rete di comunicazioni (11.2),
che impatta evidentemente sulla capacità di muoversi e dunque di relazionarsi