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82 Cristina Videtta
the environment and obtaining maximum social, economic and environmental
benefits for all». Più precisamente, il rapporto Brundtland, evidenziava come
l’incremento demografico incontrollato all’interno delle città, dovuto a massicci
fenomeni di immigrazione all’interno di esse, andava generando pressioni
insostenibili sull’accessibilità degli individui ai servizi di base, il cui poten -
ziamento non sarebbe riuscito a stare al passo con la crescita della popolazione,
provocando così, in molte parti del mondo, una diminuzione delle risorse
rispetto ai bisogni e alle aspettative crescenti. Si rilevava, in particolare, come
le strutture necessarie per una vita umana adeguata (acqua pulita, servizi igienici,
scuole e trasporti) non fossero a disposizione di tutti. Se tutto questo conduceva
ad una drammatica crescita della povertà urbana, dall’altra parte la conseguente
espansione fisica incontrollata delle città avrebbe generato un impatto negativo
sull’ambiente urbano e sull’economia, dal momento che – si rilevava – le città
sono spesso costruite sui terreni agricoli più produttivi provocando, in assenza
di programmazione territoriale adeguata, la perdita inutile di questa terra. Da
diverso punto di vista, si osservava che, nei Paesi sviluppati, le città rappre -
sentano una quota elevata di uso delle risorse del mondo, in termini di consumi
di energia e di impatto ambientale e, tra l’altro, per far fronte a tale crescente
richiesta di risorse, molte di queste città sfruttano risorse ed energia da terre
lontane, con enorme impatto su tali ecosistemi. L’attenzione sui problemi urbani
era comunque concentrata essenzialmente sui servizi di base, con specifica atten -
zione ai problemi dei Paesi in via di sviluppo.
Il tema, sostanzialmente assente sia nella Dichiarazione del 1992 sia in quella
del 2002, è ripreso nel 2012 dalla Dichiarazione di Rio+20 che ad essa dedica
una parte specifica, seppure non molto corposa, sancendo l’impegno a «pro -
muo vere un approccio integrato e olistico alla progettazione e costruzione di
città sostenibili attraverso il sostegno alle autorità locali, trasporti efficienti e
reti di comunicazione, edifici più verdi e un sistema efficiente di insediamenti
umani e fornitua di servizi, migliore qualità dell’aria e dell’acqua, riduzione dei
rifiuti, migliorata preparazione e risposta ai disastri e una maggiore capacità di
resilienza ai cambiamenti climatici» (p. 72).
Diverso, come si è accennato, l’approccio dell’Agenda 2030 la quale, invece,
recuperando l’attenzione più risalente per il tema, dedica uno specifico goal,
l’undicesimo, proprio a questo soggetto, intitolandolo a «città e insediamenti
umani sostenibili», che comprende l’impegno a «rendere le città e gli insedia -
menti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili».
Nel concentrare l’attenzione sulle città e, in generale, sugli insediamenti
16
umani , il documento riprende in particolare le considerazioni già emerse nel
16 V. infra nel testo.