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             assicurato «che tutti gli esseri umani possano realizzare il proprio potenziale con
             dignità ed uguaglianza in un ambiente sano» (espressione che invero si ritrova
             in alcuni significativi passaggi del testo) e che pare tradurre semplicemente con
             diversa terminologia il medesimo concetto. D’altro canto, ancor più chiaramente
             che in passato, l’uomo è al centro dell’Agenda, in quanto attore e in quanto
                                   14
             destinatario dell’azione . In linea con la solenne affermazione contenuta, non
             a caso, nel primo principio della Dichiarazione di Rio del 1992 – «Gli esseri
             umani sono al centro delle problematiche per lo sviluppo sostenibile» –
             l’Agenda infatti esordisce autoqualificandosi come «un programma d’azione
             per le persone, il pianeta e la prosperità» ove, significativamente le «persone»
             sono collocate al primo posto.


             4. Città e Sostenibilità: la città come luogo elettivo di realizza -
                zione della qualità della vita. I precedenti dell’Agenda

                Se dunque qualità della vita e sviluppo umano costituiscono, come pare
             innegabile, il perno dell’Agenda 2030, merita particolare attenzione l’undi -
             cesimo goal dedicato alle città sostenibili. Va infatti rilevato in via incidentale
             come il tema della città trovi collocazione nell’ambito delle riflessioni interna -
             zionali sullo sviluppo sostenibile, non già in riferimento ad una visione integrata
             e globale del contesto in cui l’uomo vive, o in altre parole, all’attribuzione di un
             significato ampio e totalizzante del sostantivo «ambiente», quanto piuttosto
             all’attenzione proprio per la dimensione sociale dello sviluppo sostenibile stesso.
                Significativamente la Carta Europea dei diritti umani nella città afferma che
             la città «È oggi il luogo di ogni incontro e pertanto di tutti i possibili. È
             ugualmente il terreno di tutte le contraddizioni, e quindi di tutti i pericoli: è
             entro lo spazio urbano dalle frontiere mal definite che si ritrovano le discrimi -
             nazioni legate alla disoccupazione, alla povertà, al disprezzo delle differenze
             culturali, ma nel contempo è lì che si delineano e si moltiplicano delle prassi
                                         15
             civiche e sociali di solidarietà» .
                L’attenzione politica internazionale per il tema di cui si tratta risaliva invero
             già ad alcuni decenni prima ed, in particolare, a partire dagli anni settanta dello
             scorso secolo quando l’Assemblea generale delle Nazioni Unite cominciava ad
             intraprendere le prime azioni per affrontare la crescita rapida e spesso incon -



                14  Sul punto, si vedano anche le riflessioni sull’obiettivo 11 ove si evidenzia quello
             che pare addirittura un cambio di paradigna linguistico (v. infra, par. 5).
                15  Carta Europea dei diritti umani nella città, cd. Carta di Saint Denis, adottata dalla
             Seconda Conferenza Europea delle città per i diritti umani, il 18 maggio 2000.
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