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La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili»               79


               I Governi del mondo sono dunque impegnati a garantire un’accessibilità,
            effettiva e non teorica, a quei servizi essenziali alla realizzazione di una vita «di
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            qualità» .
               D’altro canto vale la pena rimarcare come l’obiettivo dello sviluppo sosteni -
            bile sia da sempre quello di garantire una vita dignitosa e non una mera sopravvi -
            venza, che dunque diventa requisito evientemente necessario, ma non suffi -
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            ciente . La qualità della vita assume dunque chiaramente le forme, per utilizzare
            un linguaggio familiare ai giuristi italiani, di una sorta di «livello essenziale» che
            deve essere garantito a tutti. In altre parole diventa chiaro come la qualità della
            vita debba passare per la qualità dei «servizi» (intesi in senso ampio) che devono
            essere previsti. Esemplificativamente si può pensare al goal 4 dedicato a fornire
            un’educazione che oltre che equa e inclusiva, deve essere di qualità ; al goal 11.1
            che prescrive di implementare azioni volte a garantire a tutti non già l’accesso
            ad un alloggio purché sia, bensì, esplicitamente, ad «alloggi adeguati, sicuri e
            convenienti»; al target 3.8 che impegna a conseguire, tra l’altro, l’accesso ai
            servizi essenziali di assistenza sanitaria di qualità e l’accesso, oltre che sicuro ed
            efficace, di qualità e a prezzi accessibili a medicinali di base e vaccini per tutti»;
            analogamente, l’11.2 prescrive che i trasporti devono essere «sicuri, convenienti,
            accessibili e sostenibili» e che la sicurezza delle strade debba essere migliorata.
               Ciò detto, pare possibile senz’altro affermare come il nucleo forte dello
            sviluppo sostenibile diventi, più chiaramente rispetto al passato, lo sviluppo
            umano, secondo una felicissima espressione già comparsa prima nel rapporto
            Brundtland (chapter 1, p. 7), poi ripresa sia nella dichiarazione di Johannesburg
            (p. 7 e 35), sia in quella di Rio de Janeiro del 2012 ove addirittura compariva
            fin dal preambolo, come obiettivo ultimo di ogni politica e come fulcro dell’azio -
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            ne globale . L’Agenda 2030 purtroppo non riprende quella che, a parere di chi
            scrive, era invece un’espressione particolarmente pregnante che ben esprimeva
            la sintesi dell’obiettivo ultimo dello sviluppo sostenibile. La sostanza tuttavia
            non sembra cambiare laddove si consideri che all’interno della prima delle
            parole chiave, ossia delle cd. aree di importanza cruciale per l’umanità e il
            pianeta, «People», si afferma solennemente, come già si è detto, come vada



               11  Per quanto qui soprattutto di interesse, vale la pena sin d’ora evidenziare che al
            punto 34, si legge espressamente: «riconosciamo che lo sviluppo e la gestione urbani
            sostenibili sono cruciali per la qualità della vita dei nostri concittadini».
               12  Già nella Dichiarazione di Stoccolma si leggeva «the minimum levels required for
            a decent human existence» (p. 4).
               13  Così la Dichiarazione di Rio de Janeiro del 2012: «4. We are also committed to
            enhancing cooperation and addressing the ongoing and emerging issues in ways which
            will enhance opportunities for all, be centred on human development while preserving
            and protecting the life support system of our common home, our shared planet».
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