Page 79 - Borrello, Videtta.5a.qxp_.
P. 79

La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili»               73


               La Dichiarazione di Rio de Janeiro del 2012, The future we want (cd. Dichia -
            razione di Rio+20), riafferma gli impegni contenuti nelle dichiarazioni prece -
            denti anche a fronte delle battute d’arresto provocate alla realizzazione di quelli
            da parte di crisi molteplici ed interrelate – come quella finanziaria, economica
            e dei prezzi dell’energia e alimentari –, nonché di nuove prove scien tifiche che
            sottolineano la gravità delle minacce al pianeta e, infine, delle nuove sfide che
            intensificano problemi già esistenti e, consguentemente, richiedono risposte più
            pressanti.
               Ancora una volta le limitate risorse naturali della terra e la capacità di carico
            degli ecosistemi si ritrovano, fin dalle prime battute della Dichiarazione, al centro
            delle preoccupazioni degli Stati. Parallelamente si riafferma altresì la necessità
            di sradicare la povertà e la fame nonché la consapevolezza delle particolari sfide
            che alcuni Paesi meno sviluppati sono chiamati ad affrontare.
               Centrale nella Dichiarazione del 2012 è il tema della green economy fina -
            lizzata alla protezione e valorizzazione delle risorse naturali, al potenzia mento
            dell’efficienza delle risorse, a promuovere modelli di consumo e di produzione
            sostenibili e, infine, ad andare verso lo sviluppo di un mondo a bassa intensità
            di carbonio (p. 26).
               Diversi comunque i settori di intervento prioritario, ove, ancorché l’esame
            di essi evidenzi una prospettiva ancora prevalentemente ambientale, appare
            chiaro l’allargamento della dimensione dello sviluppo sostenibile soprattutto
            proprio con riferimento al pilastro sociale.
               Infatti, volendo, in modo consapevolmente semplificato, differenziare tra
            aree riconducibili al pilastro ambientale e aree riconducibili a quello sociale, si
            può rilevare come la Dichiarazione di Rio+20 dedichi una precisa attenzione,
            tanto a oceani, mari e piccoli Stati insulari in via di sviluppo (78 ss), disastri
            naturali (87), cambiamento climatico (88 ss), lotta alla deforestazione e alla
            perdita di biodiversità (90 ss) e al degrado del suolo e desertificazione (92 ss),
            aree montane (94), gestione internazionale delle sostanze chimiche (95),
            previsione di un patto globale su consumo e produzione sostenibili (97), quanto
            alla sicurezza alimentare (64 ss), al diritto all’acqua potabile sicura e pulita (67
            ss), all’energia sostenibile (70), alla Città (72 ss), ai posti di lavoro verdi -
            inclusione sociale (73 ss), ma anche alla formazione di qualità che comprenda
            anche l’educazione allo sviluppo sostenibile (98 ss) e all’uguaglianza di genere
            (102 ss).
               Se, dunque, nella graduale emersione del pilastro sociale, l’attenzione è, come
            si è visto, prima di tutto concentrata sui bisogni dei Paesi in via di sviluppo, nel
            2012 l’asse si sposta più chiaramente (anche) sulle fasce più deboli della
            popolazione ovunque ubicate: le donne, i bambini e gli anziani, oltre natural -
            mente alle fasce più povere della società.
               Peraltro, sembra potersi anche osservare come, parallelamente a quanto
   74   75   76   77   78   79   80   81   82   83   84