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68 Cristina Videtta
in evidenza l’importanza della dimensione della qualità della vita che viene,
significativamente, menzionata fin dal primo principio generale enunciato,
«Man has the fundamental right to freedom, equality and adequate conditions
of life, in an environment of a quality that permits a life of dignity and well-being,
and he bears a solemn responsibility to protect and improve the environment
for present and future generations», e ripresa poco oltre, nel principio n. 8,
«Economic and social development is essential for ensuring a favorable living
and working environment for man and for creating conditions on earth that are
necessary for the improvement of the quality of life».
Invero, come si può rilevare, ancorché non sia questa la sede per approfon -
dire il tema, la Dichiarazione di Stoccolma già conteneva embrionalmente le
coordinate di quello che diverrà vent’anni dopo il principio di sviluppo
sostenibile: oltre all’idea di uno sviluppo che connetta dimensione economica,
protezione dell’ambiente e inclusione sociale, sono infatti già evidenti l’urgenza
dell’azione di protezione dell’ambiente, la responsabilità condivisa a livello
mondiale e l’attenzione per le future generazioni.
Le origini «ufficiali» del concetto di sostenibilità si fanno, tuttavia, risalire
comunemente al cd. Rapporto cd. Brundtland (Report Our Common Future)
del 1987, frutto, come noto, del lavoro della Commissione mondiale su Am -
biente e Sviluppo (World Commission on Environment and Development,
WCED,) istituita nel 1983, su mandato dell’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite, e presieduta da Gro Harlem Brundtland, da cui appunto il Rapporto
prende il nome. In particolare, la Commissione aveva ricevuto l’incarico di
formulare «a global Agenda for change», focalizzata su quattro punti fondamen -
tali: l’individuazione di «environmental strategies» di lungo termine per
conseguire lo sviluppo sostenibile entro il 2000 e oltre; la sollecitazione di
percorsi di maggiore cooperazione tra Paesi in via di sviluppo e Paesi in diverse
fasi di sviluppo economico e sociale finalizzata al raggiungimento di obiettivi
comuni e al reciproco sostegno che tenessero conto delle interrelazioni tra
persone, risorse, ambiente e sviluppo; la previsione di modi e mezzi per
affrontare in modo più efficace le questioni ambientali; e, infine, la definizione
di un’idea condivisa dei problemi ambientali a lungo termine e di sforzi adeguati
necessari per affrontare con successo i problemi della protezione e del
miglioramento dell’ambiente.
Come evidente, dunque, la preoccupazione fondamentale che permea tutto
il documento, in risposta alle sollecitazioni dell’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, è invero ancora una volta quella ambientale, in linea con quanto
5
affermato nella Dichiarazione di Stoccolma . Leggendo con attenzione il ricco
5 La letteratura in materia è ormai piuttosto nutrita. Si rinvia per tutti, anche per