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             in evidenza l’importanza della dimensione della qualità della vita che viene,
             significativamente, menzionata fin dal primo principio generale enunciato,
             «Man has the fundamental right to freedom, equality and adequate conditions
             of life, in an environment of a quality that permits a life of dignity and well-being,
             and he bears a solemn responsibility to protect and improve the environment
             for present and future generations», e ripresa poco oltre, nel principio n. 8,
             «Economic and social development is essential for ensuring a favorable living
             and working environment for man and for creating conditions on earth that are
             necessary for the improvement of the quality of life».
                Invero, come si può rilevare, ancorché non sia questa la sede per approfon -
             dire il tema, la Dichiarazione di Stoccolma già conteneva embrionalmente le
             coordinate di quello che diverrà vent’anni dopo il principio di sviluppo
             sostenibile: oltre all’idea di uno sviluppo che connetta dimensione economica,
             protezione dell’ambiente e inclusione sociale, sono infatti già evidenti l’urgenza
             dell’azione di protezione dell’ambiente, la responsabilità condivisa a livello
             mondiale e l’attenzione per le future generazioni.
                Le origini «ufficiali» del concetto di sostenibilità si fanno, tuttavia, risalire
             comunemente al cd. Rapporto cd. Brundtland (Report Our Common Future)
             del 1987, frutto, come noto, del lavoro della Commissione mondiale su Am -
             biente e Sviluppo (World Commission on Environment and Development,
             WCED,) istituita nel 1983, su mandato dell’Assemblea Generale delle Nazioni
             Unite, e presieduta da Gro Harlem Brundtland, da cui appunto il Rapporto
             prende il nome. In particolare, la Commissione aveva ricevuto l’incarico di
             formulare «a global Agenda for change», focalizzata su quattro punti fondamen -
             tali: l’individuazione di «environmental strategies» di lungo termine per
             conseguire lo sviluppo sostenibile entro il 2000 e oltre; la sollecitazione di
             percorsi di maggiore cooperazione tra Paesi in via di sviluppo e Paesi in diverse
             fasi di sviluppo economico e sociale finalizzata al raggiungimento di obiettivi
             comuni e al reciproco sostegno che tenessero conto delle interrelazioni tra
             persone, risorse, ambiente e sviluppo; la previsione di modi e mezzi per
             affrontare in modo più efficace le questioni ambientali; e, infine, la definizione
             di un’idea condivisa dei problemi ambientali a lungo termine e di sforzi adeguati
             necessari per affrontare con successo i problemi della protezione e del
             miglioramento dell’ambiente.
                Come evidente, dunque, la preoccupazione fondamentale che permea tutto
             il documento, in risposta alle sollecitazioni dell’Assemblea Generale delle
             Nazioni Unite, è invero ancora una volta quella ambientale, in linea con quanto
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             affermato nella Dichiarazione di Stoccolma . Leggendo con attenzione il ricco


                5  La letteratura in materia è ormai piuttosto nutrita. Si rinvia per tutti, anche per
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