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Cristina Videtta


                       La realizzazione della qualità della vita
                                 nelle «città sostenibili».

                    Il modello della «città culturale sostenibile»



            SOMMARIO: 1. Considerazioni introduttive e di contesto. – 2. La dimensione sociale
            dello sviluppo sostenibile: dal cd. Rapporto Brundtland all’Agenda 2030. – 3. La nuova
            declinazione dello sviluppo sostenibile nell’Agenda 2030. – 4. Città e Sostenibilità: la
            città come luogo elettivo di realizzazione della qualità della vita. I precedenti
            dell’Agenda. – 5. L’undicesimo goal: da modello di organizzazione del centro urbano
            a modello di organizzazione del vivere urbano. – 6. Il ruolo della cultura nella città
            sostenibile: una relazione non scontata. – 7. Il percorso (non del tutto lineare) di
            convergenza tra cultura e sviluppo sostenibile. L’importanza della riflessione sulla
            diversità culturale. – 8. La cultura chiave dello sviluppo sostenibile. Cenni e rinvio – 9.
            Il significato della protezione del patrimonio culturale come strumento di realizzazione
            di «città sostenibili». Ipotesi di lettura del target 11.4. – 10. Lo Statuto della «città
            culturale sostenibile». Caratteri e limiti. – 11. La «città culturale sostenibile» dopo
            l’Agenda 2030. – 12. La «città culturale sostenibile»: alla ricerca degli strumenti
            giuridici. – 13. I limiti del Codice dei beni culturali e del paesaggio. – 14. Il dibattito
            giuridico sulla città. – 15. La sostenibilità nel Codice dell’Ambiente. – 16. Il ruolo
            dell’urbanistica. – 17. Il valore delle inziative bottom up. – 18. Conclusioni.


            1. Considerazioni introduttive e di contesto

               Lo sviluppo sostenibile si colloca in un’epoca di transizione, anzi, per meglio
            dire, costituisce esso stesso la più evidente espressione della transizione in atto.
            Ci troviamo infatti a fare i conti con un passato rappresentato da tradizionali
            modelli di consumo e di crescita economica che non soddisfano più poiché sono
            divenuti chiari tanto i nefasti impatti sull’ecosistema e sulla salute dell’uomo,
            quanto le conseguenze in termini di disparità di condizioni di vita non solo tra
            Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo, ma anche e soprattutto tra gli individui
            come singoli.
               In questo preciso momento storico sentiamo dunque l’esigenza di una
            trasformazione, che deve essere al contempo globale – o, per dirla con l’efficace
            espressione dell’Agenda 2030, si impone come un «viaggio collettivo» –, e
            urgente: infatti, per un verso, quel sistema complesso che è costituito dalla Terra
            e dagli esseri umani che la vivono è del tutto interconnesso, e dunque (ma forse
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