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La sostenibilità sociale. Spunti di riflessione per un inquadramento 33
partecipazione e il ruolo decisivo che essa gioca rispetto alla realizzazione di un
mondo sostenibile, sembra allora opportuno e utile soffermarsi, seppur breve -
mente, a indagarne le peculiarità.
L’idea di partecipazione esprime un “essere-con” che, heiggerianamente,
significa coinvolgersi e farsi coinvolgere, mettersi in gioco, contribuire: la
partecipazione dispone quindi le diverse parti – plurime e differenti – secondo
una modalità che le implica, per cui esse con-tribuiscono a dare forma
all’insieme, riconoscendosi reciprocamente come parti co-costitutive. Il ricono -
scimento dell’altro, a partire dalla differenzialità determinata dalla pluralità,
ordina uno spazio potenzialmente infinitamente aperto al prossimo: il senso della
modalità partecipativa rinvia dunque a uno spazio in cui ogni altro significativo
può avere accesso. Un dato inferenziale di questa precipua concezione della
partecipazione può allora essere rintracciato nella possibilità di un’estensione
aperta e dunque indefinita, in quanto capace di accogliere ogni altro, in consi -
derazione della sua dimensione significante. Occorre poi ulteriormente rilevare
come le parti che si costituiscono in unità attraverso una modalità partecipativa,
in particolare, non si limitino ad allinearsi, aggregandosi in un insieme,
giustapponendosi le une alle altre; piuttosto, ciascuna parte intrattiene con ogni
altra un rapporto di tensione che fonda il riconoscersi reciprocamente ed è
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precisamente in tale tensione che si dispone il senso dell’intero .
Ricondotta entro tale inquadramento teorico, la partecipazione, che la
sostenibilità assume come modalità per la sua realizzazione, costituisce
metaforicamente lo spazio aperto entro il quale si innesta quello scambio e quel
confronto che costituiscono il percorso privilegiato per l’elaborazione e le
pratiche delle strategie sostenibili, emblematicamente espresse dal dia- del dia -
logo. In altri termini, il terreno sul quale la sostenibilità può attecchire è
propriamente quello di una modalità dialogica: questa indica propriamente un
precisamente sancisce la «partecipazione di tutti i paesi, di tutte le parti in causa e di
tutte le persone». Inoltre, il punto 45 dell’introduzione esplicita che: «I governi e le
istituzioni pubbliche lavoreranno da vicino sull’implementazione con le autorità
regionali e locali, le istituzioni subregionali, le istituzioni internazionali, il mondo
accademico, le organizzazioni filantropiche, i gruppi di volontariato, e altri ancora».
96 In questo senso, il riconoscimento non è semplicemente “prendere atto” della
presenza dell’altro, ma è propriamente un’attività validante, nel senso che consente di
riconoscere, riflessivamente sé e l’altro: ci si identifica a partire dalla differenzialità che
la presenza dell’altro pone e, quindi, si assume rispetto a essa una modalità valorativa;
si potrebbe dire che gli altri significativi validano, riflessivamente, la propria identità
individuale. Ed è propriamente attraverso questa modalità soggettivante (dell’altro e
dunque, riflessivamente, del sé) che diviene possibile “comprendere” l’unità. Cfr. P.
Ricœur, Sé come un altro, Jaca Book, Milano, 1993, pp. 201 e seg.