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La sostenibilità sociale. Spunti di riflessione per un inquadramento 37
La questione della responsabilità costituisce così la lettura in filigrana di ogni
discorso sulla sostenibilità e si configura pertanto come il dispositivo tramite il
quale modulare il necessario – e inevitabilmente arbitrario – bilanciamento tra
i differenti valori che una comunità esprime. Entro il campo della sostenibilità,
si manifesta come responsabilità per il futuro e, nella sua congenita apertura,
include appunto anche i futuri. La dimensione dialogica precedentemente evo -
cata, che dunque implica il dovere di rispondere al prossimo delle scelte assunte,
condiziona e determina il significato e il valore che a queste ultime assegniamo,
ma più essenzialmente traduce un’idea specifica di intendere il rapporto con
l’altro. Chiede, in altri termini, una predisposizione a riconoscere e accogliere
le differenze, propriamente costitutive del dialogo; ma chiede altresì di
considerare le differenzialità ancora inespresse. Con il carico di incertezza che
esse stesse manifestano.
È dunque evidente come riconoscere nella modalità partecipativa il carattere
essenziale dell’apertura, che congenitamente esprime il modus della partecipa -
zione in tema di sostenibilità, si riveli particolarmente esigente, tanto da risultare
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altresì estremamente difficoltoso . La vulnerabilità dei processi partecipativi
si insedia infatti nello scarto che può insorgere tra il piano in cui una parte è
situata e la sua capacità di rappresentazione di un piano altro, ulteriore e soprat -
tutto possibile. È dunque l’irriducibilità delle possibilità a organizzare, e al
contempo complessificare, l’operatività delle scelte nel campo della sosteni -
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bilità .
Ciò che tuttavia importa ivi sottolineare è come i tratti che caratterizzano la
partecipazione che la sostenibilità dispone – dialogo, impegno, responsabilità
109 Essa richiede infatti di esercitare quella capacità, umanamente disponibile, di
ammettere ed accogliere le istanze altrui, quandanche in contrasto con la propria
aspettativa egoistica. Come però evidenzia Mario Ricca, può tuttavia accadere che:
«talora, neanche la migliore retorica o addirittura le ragioni di buon senso sembrano
avere la forza di erodere atteggiamenti mentali consolidati e tralatici» (M. Ricca, Culture
interdette. Modernità, migrazioni, diritto interculturale, Bollati Boringhieri, Torino,
2013, p. 287).
110 Lo scarto tra queste due opzioni chiama in causa la dimensione, complessa e
fondamentale, della scelta e della libertà di ogni individuo di autodeterminare i propri
bisogni e i propri scopi. Uno spazio che certamente l’Agenda non intende porre in
questione, ma piuttosto preservare e garantire per l’intera società umana. La specificità
del discorso sulla sostenibilità può però esser propriamente rintracciata nel tentativo,
indubbiamente arduo eppure fondamentale, di ricondurre questo difficile contempe -
ramento tra egoità e socialità, entro la grammatica della solidarietà, intesa – secondo la
definizione offerta da Habermas – come categoria etico-politica dispositiva (J. Haber -
mas, Democracy, Solidarity and the European Crisis, Lecture delivered on 26 Aprile 2013
in Leuven University, 2014, www.social-europe.eu).