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             sostenibili a partire da un quadro partecipato ai processi decisori, induce a rinve -
             nire nell’articolazione dialogica delle parti che costituiscono l’insieme una
             modalità dispositiva in cui riecheggia la concezione dell’imparzialità proposta
             da Arendt, per la quale essa «non è il prodotto di un qualche punto di vista
             supe riore, che di fatto risolverebbe la disputa ponendosi interamente au dessus
             de la melée» 106 . La partecipazione ai processi di elaborazione e ai processi
             decisionali in tema di sostenibilità, dunque, implica la realizzazione di un ascolto
             attivo, vale a dire un ascolto che impegna e che è pertanto responsabile, dunque
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             responsivo .
                Si può tuttavia rilevare come entro questa specifica forma di responsabilità,
             che si traduce propriamente nei termini della responsività, si manifesti la
             dimensione asimmetrica della partecipazione. Se dunque, come appena rilevato,
             da un lato, la partecipazione ordina simmetricamente le singole parti entro
             l’insieme, dall’altra si insinua un profilo asimmetrico che precipuamente rinvia
             alla considerazione della possibilità dell’altro o, più precisamente, delle
             indefinite e imprevedibili possibilità che la figura dell’altro esprime. Infatti,
             come rileva Eligio Resta: «Responsabilità viene da rispondere e rispondere di
             qualcosa in Occidente, nel bene e nel male, vuol dire rispondere a qualcuno.
             Spesso vuol dire che se non c’è nessuno che ci interroghi, siamo esonerati dalla
             responsabilità; altrettanto spesso vuol dire che chi ci potrebbe chiamare a
                                                                   108
             rispondere è più vicino di quanto non ci aspetteremmo» . Ciascuna parte è,
             in effetti, chiamata a rispondere a ogni possibile altro significativo, ogni pros -
             simo, vicino o lontano ed altresì presente o futuro.



             dunque può esser rintracciato in questo documento rinvia propriamente all’impegno,
             assunto da un ampio numero di paesi, a gestire le questioni della sostenibilità secondo
             modalità che invece ne attestino la democraticità. Avendo precisato che questa Agenda
             «è fondata sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani», si afferma più specifica -
             tamente al punto 9: «Il mondo che immaginiamo è un mondo in cui ogni paese gode
             di una crescita economica duratura, aperta a tutti e sostenibile (…) Un mondo dove
             democrazia, buon governo e stato di diritto, così come un ambiente favorevole a livello
             nazionale e internazionale, sono essenziali per lo sviluppo sostenibile». Nell’immensa
             mole di riflessioni sulla democrazia, si rinvia alla fondamentale opera di J. S. Mill, On
             liberty, Basil Blackwell, Oxford, [1859], 1948.
                106  H. Arendt, Teoria del giudizio politico. Lezioni sulla filosofia politica di Kant, tr.
             it., Il Melangolo, Genova, 1990, p. 67.
                107  Si tratta in altri termini di assumere che: «La discussione serve infatti a modificare
             ragionevolmente le opinioni dei partecipanti attraverso il meccanismo riflessivo del
             roletaking, cioè attraverso quell’adozione immaginaria del “punto di vista altrui” che
             rende davvero responsabile la nostra presa di posizione». Così, L. Ceppa, Nota del
             traduttore, in J. Habermas, Fatti e norme, Laterza, Roma, 1996, p. XXI.
                108  E. Resta, Il diritto fraterno, Laterza, Roma-Bari, [2002], 2005, p. 123.
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