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36 Maria Borrello
sostenibili a partire da un quadro partecipato ai processi decisori, induce a rinve -
nire nell’articolazione dialogica delle parti che costituiscono l’insieme una
modalità dispositiva in cui riecheggia la concezione dell’imparzialità proposta
da Arendt, per la quale essa «non è il prodotto di un qualche punto di vista
supe riore, che di fatto risolverebbe la disputa ponendosi interamente au dessus
de la melée» 106 . La partecipazione ai processi di elaborazione e ai processi
decisionali in tema di sostenibilità, dunque, implica la realizzazione di un ascolto
attivo, vale a dire un ascolto che impegna e che è pertanto responsabile, dunque
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responsivo .
Si può tuttavia rilevare come entro questa specifica forma di responsabilità,
che si traduce propriamente nei termini della responsività, si manifesti la
dimensione asimmetrica della partecipazione. Se dunque, come appena rilevato,
da un lato, la partecipazione ordina simmetricamente le singole parti entro
l’insieme, dall’altra si insinua un profilo asimmetrico che precipuamente rinvia
alla considerazione della possibilità dell’altro o, più precisamente, delle
indefinite e imprevedibili possibilità che la figura dell’altro esprime. Infatti,
come rileva Eligio Resta: «Responsabilità viene da rispondere e rispondere di
qualcosa in Occidente, nel bene e nel male, vuol dire rispondere a qualcuno.
Spesso vuol dire che se non c’è nessuno che ci interroghi, siamo esonerati dalla
responsabilità; altrettanto spesso vuol dire che chi ci potrebbe chiamare a
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rispondere è più vicino di quanto non ci aspetteremmo» . Ciascuna parte è,
in effetti, chiamata a rispondere a ogni possibile altro significativo, ogni pros -
simo, vicino o lontano ed altresì presente o futuro.
dunque può esser rintracciato in questo documento rinvia propriamente all’impegno,
assunto da un ampio numero di paesi, a gestire le questioni della sostenibilità secondo
modalità che invece ne attestino la democraticità. Avendo precisato che questa Agenda
«è fondata sulla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani», si afferma più specifica -
tamente al punto 9: «Il mondo che immaginiamo è un mondo in cui ogni paese gode
di una crescita economica duratura, aperta a tutti e sostenibile (…) Un mondo dove
democrazia, buon governo e stato di diritto, così come un ambiente favorevole a livello
nazionale e internazionale, sono essenziali per lo sviluppo sostenibile». Nell’immensa
mole di riflessioni sulla democrazia, si rinvia alla fondamentale opera di J. S. Mill, On
liberty, Basil Blackwell, Oxford, [1859], 1948.
106 H. Arendt, Teoria del giudizio politico. Lezioni sulla filosofia politica di Kant, tr.
it., Il Melangolo, Genova, 1990, p. 67.
107 Si tratta in altri termini di assumere che: «La discussione serve infatti a modificare
ragionevolmente le opinioni dei partecipanti attraverso il meccanismo riflessivo del
roletaking, cioè attraverso quell’adozione immaginaria del “punto di vista altrui” che
rende davvero responsabile la nostra presa di posizione». Così, L. Ceppa, Nota del
traduttore, in J. Habermas, Fatti e norme, Laterza, Roma, 1996, p. XXI.
108 E. Resta, Il diritto fraterno, Laterza, Roma-Bari, [2002], 2005, p. 123.