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La sostenibilità sociale. Spunti di riflessione per un inquadramento        35


            a conferire ricchezza allo scambio, consentendo anche di mettere in discussione
            la scala dei (propri) valori. Il confronto, infatti, sollecita a esporsi, a rivedere la
            propria posizione, a spingersi oltre l’isolamento posizionale e a considerare
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            anche ipotesi impreviste ; amplia gli orizzonti che, anzi, più propriamente,
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            secondo la lezione gadameriana, si fondono , senza mai annullarsi, ma piut -
            tosto arricchendosi vicendevolmente.
               Grazie a questo scambio delle parti, disposto dalla partecipazione, diviene
            possibile mettere in atto quei meccanismi razionali che conducono a scelte
            ponderate rispetto ai conflitti sui valori di cui le diverse parti sono portatrici.
            La razionalità, coordinata con la ragionevolezza, ed esercitata in forza di una
            modalità dialogica estesamente partecipata, può così fondare i processi deci -
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            sionali su questioni che riguardano tutti , senza assumere i tratti di una conce -
            zione troppo generale, che depriva, neutralizzandole, le specificità delle singole
            parti partecipanti. Ed è proprio questo il tratto che caratterizza maggiormente
            la partecipazione cui l’Agenda 2030 rinvia: appare infatti chiaro, dalla lettura
            del testo, come uno degli scopi primari che esso persegue sia propriamente
            scongiurare l’ipotesi di una modalità impositiva nelle scelte e nelle direzioni da
            assumere per la realizzazione di norme e pratiche sostenibili. Non può infatti
            essere taciuto il rischio che determinazioni sostenibili, che si traducono in
            limitazioni di fatto rispetto alla realizzazione dei propri bisogni, in quanto impo -
            polari, inducano ad assicurarne la realizzabilità attraverso misure prescrittive
            coercitive 105 . Per contro, l’insistenza sulla implementazione di politiche



               102  A. Sen, L’idea di giustizia, cit., p. 165. In tal senso, si veda anche S. Benhabib,
            Situat ing the Self, Polity Press, Oxford, 1992. Del resto, come rilevava Lévi-Strauss,
            «Per conoscere e comprendere la propria cultura, è necessario vederla dalla prospettiva
            dell’altro». Cfr. C. Lévi-Strauss, Antropologia strutturale, Il saggiatore, Milano, 2028,
            p. 361.
               103  Gadamer chiarisce in questi termini la fusione degli orizzonti: «il singolo non è
            mai un singolo, in quanto è sempre già con altri e si intende con essi (…) L’orizzonte è
            invece qualcosa entro cui ci muoviamo e che si muove con noi. Per chi si muove gli
            orizzonti si spostano». «In realtà l’orizzonte del presente è sempre in atto di farsi, in
            quanto noi non possiamo fare altro che mettere alla prova i nostri pregiudizi. (…) La
            comprensione, invece, è sempre il processo di fusione di questi orizzonti che si
            ritengono indipendenti tra loro», cfr. H.G. Gadamer, Verità e Metodo, tr. it. Bompiani,
            Milano 1983, pp. 354-7.
               104  A. Sen, L’idea di giustizia, cit., p. 190 e segg. e, in particolare, p. 402.
               105  Occorre infatti rilevare che non vi è uniformità nelle forme di governo dei paesi
            del mondo e che pertanto l’organizzazione democratica, che si basa sui principi
            partecipativi, investa e contraddistingua solo una parte di essi. Il rischio di una deriva
            autoritaria delle scelte sostenibili è dunque ben presente, soprattutto se si tiene in
            considerazione la potenza economica di alcuni governi illiberali. Il valore aggiunto che
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