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                L’attenzione nelle seguenti pagine sarà dunque rivolta a considerare questi
             due profili, al fine di far emergere il quadro teorico entro il quale collocare la
             sostenibilità.


             4.1 La modalità partecipativa

                Scorrendo le dichiarazioni dell’Agenda, appare evidente come sia l’idea
             unitiva, che era già stata espressa nel titolo del Rapporto Brundtland, a costituire
             la base delle politiche in tema di sostenibilità. Questa unione, che costituisce
             dunque il presupposto per l’operatività delle scelte sostenibili, si manifesta
             altresì come il tratto che caratterizza, e deve caratterizzare, i processi decisori.
                La possibilità di concepirsi in unità necessita infatti del riconoscimento del
             valore di ciascuna singola parte: in altri termini, l’unione su cui si basano le
             strategie di sostenibilità è intesa come un’unione a cui si partecipa, a cui si
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             prende una parte . In tal senso, il punto 6 dell’Introduzione dell’Agenda
             evidenzia come l’elaborazione degli Obiettivi e dei traguardi costituisca il
             risultato di consultazioni pubbliche, di ascolto delle istanze poste «dalla società
             civile e dalle altre parti che hanno dato particolare attenzione alla voce dei più
             poveri e dei più vulnerabili». Il contenuto cui è pervenuta l’Agenda rappresenta
             dunque un risultato partecipato; ma si evidenzia altresì nel testo come la
             scommessa di poter trasformare il nostro mondo e realizzare gli Obiettivi della
             sostenibilità necessiti essa stessa della partecipazione di tutte le parti in causa o,
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             più semplicemente, di tutte le persone . Data la centralità di questa idea di


                94  Occorre rilevare come il desiderio di essere inclusi, di far parte di, appartenga a
             quella serie di fenomeni considerati “interni” all’individuo; è cioè un’attitudine
             psicologica (e sociale) che spinge verso l’altro al fine di realizzare un’unione. E in questo
             senso il desiderio di essere inclusi è ciò che anima e sorregge la vita collettiva. Manifesta
             così il suo tratto generativo, che è però anche politico. Questa esigenza è infatti alla
             base della socialità e ne rappresenta propriamente il fondamento. La riflessione giuri -
             dico-politica della Modernità, pur nell’eterogeneità delle prospettive assunte, si è
             presso ché integralmente incentrata su questa esigenza di aggregazione quale snodo per
             il passaggio dallo stato di natura allo stato civile. Si veda, in tal senso, G. Del Vecchio,
             Su la teoria del Contratto sociale, Zanichelli, Bologna, 1906; R. Derathé, Rousseau et la
             science politique de son temps, Puf, Paris, 1950, tr. it. Il Mulino, Bologna, 1993. Appare
             quindi indubbio il carattere fondamentale che la modalità partecipativa assume
             nell’ambito della relazionalità intersoggettiva che si realizza entro l’ordine sociale e
             politico. Sulla scorta di tale rilevanza politica e sociale, e considerando la complessità
             del raggiungimento degli Obiettivi, l’Agenda declina pertanto l’impegno assunto a
             partire da modalità partecipative.
                95  È questo il significato attribuito al concetto chiave di “collaborazione” che
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