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24 Maria Borrello
Vi sono tuttavia (almeno) due profili che sembra opportuno considerare
preliminarmente, in quanto occupano un ampio spazio sia nella riflessione
teorica sia entro il dibattito pubblico: il primo riguarda i costi di questa
ingiunzione a non recare danno alle generazioni future, che sarebbero neces -
sariamente applicati (in termini di sacrificio, riduzione o astensione dall’uso e
dal consumo) al presente; il secondo profilo problematico investe invece,
precipuamente, il contenuto delle scelte, vale a dire l’identificazione di ciò che
debba essere preservato per il futuro: esso infatti viene stabilito nel presente,
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per cui «dipende in modo cruciale da ciò che secondo noi conta» . Come è
evidente, non si tratta di aspetti residuali o risibili rispetto all’operatività stessa
della sostenibilità. Sono questioni (tra altre) che certamente possono depo -
tenziare l’operatività delle pratiche sostenibili e che, di fatto, ne ostacolano la
realizzazione. Sono molteplici gli interrogativi che tali questioni suscitano, senza,
per il momento, poter contare su una risposta univoca ed efficace. Per quale
ragione, infatti, si dovrebbe sopportare un costo, che conferisce ad altri (posteri)
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i benefici? E in che misura tale costo può esser definito accettabile? Occorre
infatti tenere in considerazione la radicale assenza di reciprocità tra soggetti
presenti e soggetti venturi, la quale determina una sperequativa distribuzione
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del potere : l’asimmetria costitutiva di tale relazione si pone in conflitto con il
paradigma contrattualista e i termini di giustizia che esso determina. L’ingiun -
zione ad addossarsi i costi per un vantaggio riservato a soggetti futuri, in altri
termini, inficerebbe la possibilità di ricondurre tale relazionalità entro il quadro
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di equilibrio che la giustizia intende propriamente realizzare .
rimanda invece, in tema di responsabilità per il futuro, tra molti, al saggio di E.
Lecaldano, “Una nuova concezione della responsabilità morale per affrontare le que -
stioni di etica pratica del XXI secolo”, in Lo sguardo. Rivista di Filosofia, 8, 2012, pp.
31-46. Il tema, ampio e complesso, era stato già affrontato da N. Hartmann, Etica, tr.
it., Guida, Napoli, [1925], 1969 e, successivamente, rilevanti considerazioni in merito
sono state poste anche da K. Jaspers, La bomba atomica e il destino dell’uomo, tr. it., Il
Saggiatore, Milano, [1958],1960.
69 B. Barry, Sostenibilità e giustizia intergenerazionale, cit., p. 77.
70 Sulla necessità di reciprocità della relazione costi/benefici, si rimanda alle
considerazioni di N. Rescher, Cognitive Economy, University of Pittsburgh Press,
Pittsburgh, 1989, p. 44.
71 Rileva tale differenza di potere B. Barry, Justice between generations, cit., p. 209.
Sulla asimmetria della relazionalità intergenerazionale si vedano altresì E. Page, Climate
change, Justice and Future generations, Northampton, Edward Elgar Publishing, 2006
e S.M. Gardiner, “A contract on future generations?” in A. Gosseries, L.H. Meyer (ed.
by), Intergenerational Justice, Oxford University Press, Oxford-new York, 2009, pp.
77-118.
72 Per una definizione analitica dell’idea di giustizia e delle sue forme, che trova nel