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La sostenibilità sociale. Spunti di riflessione per un inquadramento 19
mente, si inscrive perfettamente entro la concezione della razionalità moderna,
per la quale, come è già stato rilevato, in linea di principio non vi è nulla che si
sottragga al dominio della ragione, la quale quindi domina anche lo spazio del
possibile, del non ancora. Tuttavia, il rischio sotteso a tale rappresentazione è
che il futuro verrebbe così declinato attraverso una semantica del presente:
ricondotto e ridotto entro l’ordine previsionale determinato dal presente,
sarebbe da questo stesso fagocitato, riassorbito; in altri termini, il presente, in
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una sorta di modalità predatoria , sarebbe in grado di eliminare il portato di
incertezza che lo caratterizza. Piegato e forgiato dal presente, il futuro consi -
sterebbe in questo senso in un suo prodotto.
Conformemente a questa rappresentazione, sembrerebbe allora che il Rap -
porto esprima una concezione del futuro che si pone in dissonanza con l’alto
grado di incertezza che, per contro, investe ogni campo conoscitivo nei nostri
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tempi post-moderni ; una dissonanza che, tuttavia, può essere risolta spostando
il fuoco dell’analisi dalla dimensione puramente appropriativa alla dimensione
soggettivante. Il futuro evocato può in effetti essere inteso non già secondo
questa logica presentificatrice, ma come occasione per ripensare e riformulare
i termini dell’attualità del nostro vivere insieme. La sollecitazione sottesa al
Rapporto rinvia, infatti, a operare una inversione del modo stesso di intendere
e di intendersi nel futuro; l’intento primario di questo documento consiste
quindi nell’interrompere quella che Stephen Gardiner definisce come “tempesta
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morale perfetta” che coincide proprio con la messa in atto di scelte e
comportamenti determinati dalla supremazia del presente a scapito del futuro,
e che mettono in discussione la sua stessa possibilità di essere. Preservare la
53 Bernard Stiegler definisce tale modalità come una “Hybris planetaria”, conse -
guenza e dispositivo del processo dinamico che intrattiene la tecnica e l’umano. Cfr. B.
Stiegler, Qu’appelle-t-on panser?, cit., p. 15.
54 Come è noto, (così come magistralmente formulato da J-F- Lyotard ne La con -
dition postmoderne, Minuit, Paris, 1979) la cifra che caratterizza l’epistemologia della
post-modernità consiste nella rinuncia alle Grandi Narrazioni, vale a dire alla possibilità
di rintracciare verità ultime e forme di sapere assolute. In questo quadro, ogni
conoscenza, elaborata su dati presenti, soggiace alla condizione di precarietà e di
confutabilità e, a maggior ragione, tale incertezza investe e connatura il rapporto con
ciò che ancora non è un dato, che appunto, ancora non è. Nell’immensa produzione
teorica e filosofica su tale condizione, risulta estremamente chiarificatrice la qualifi -
cazione dei nostri tempi come liquidi, proposta da Zygmunt Bauman (cfr. in particolare,
Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2006). Si rinvia inoltre, per la presentazione
delle caratteristiche e specificità dell’approccio relativistico, tra molti, a: G. Vattimo,
Addio alla verità, Meltemi, Roma, 2009.
55 S. M. Gardiner, A perfect moral storm. The ethical tragedy of climate change,
Oxford University Press, Oxford, 2011.