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             questo spazio dilatato che corrisponde allo spazio di relazione: è ormai chiaro
             come esso superi i confini geografici e politici essendo appunto definito come
             spazio globale. I problemi relativi alle condizioni entro le quali realizzare e
             garantire sviluppo vanno dunque inseriti entro questa cornice ampia che
             trascende i confini geo-politici; tuttavia, occorre ulteriormente considerare come
             le condizioni per lo sviluppo non si limitino a investire lo spazio dilatato
             dell’intero globo terrestre, in quanto esse si innervano altresì entro le regioni
             virtuali, sempre più prepon deranti nell’agire e nella relazionalità quotidiana;
             tale ulteriore estensione deter mina, ovviamente, un ulteriore profilo di proble -
             ma ticità. Diviene, in effetti, sempre meno rilevante il piano distintivo tra
             materialità e immaterialità delle risor se, la cui disponibilità necessita di essere
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             inquadrata entro i termini dell’ac cesso . La disponibilità e l’accessibilità costi -
             tui scono dunque i riferimenti fondamentali per validare le questioni aperte entro
             il terreno della giustizia sociale e, in questo senso, la sostenibilità intende proprio
             garantire uno spazio aperto e accessibile.
                La rilevanza del terzo pilastro si manifesta peraltro anche relativamente alla
             dimensione temporale. Lungo questo profilo si dispongono infatti le que stio ni
             relative alla formulazione di un’etica intergenerazionale. Questo riferi mento alla
             giustizia tra le generazioni impone allora di soffermare l’analisi sulle specificità
             proprie dell’idea di futuro alla quale la sostenibilità si rivolge e che dispone.
                La sostenibilità intende rispondere all’esigenza di procedere verso direzioni
             che siano in grado di favorire una crescita che contempli e si faccia carico della
             possibilità del futuro. All’imperativo economico rivolto alla massimizzazione
             del profitto, si sostituisce la consapevolezza della necessità, impellente e
             improrogabile, di modulare le scelte produttive (latamente intese) secondo una
             visione di più lungo respiro. L’hic et nunc, che ha orientato e alla fine sovrastato
             le scelte pubbliche e private nella gestione delle risorse, viene dunque scalzato
             da rappresentazioni e direzioni che si incentrano sul futuro, vale a dire sulla sua
             stessa possibilità: è dunque in questa inversione temporale, dove è il futuro a
             orientare e determinare il presente, che si manifesta la cifra che meglio può
             spiegare le dinamiche sottese alla individuazione e realizzazione delle politiche
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             collettive in tema di sostenibilità .

                42  Si tratta in realtà di estendere alla sostenibilità la variazione di paradigma, realizza -
             tasi in questi termini in ambito economico, e che è consistita precisamente nel passaggio
             dalla proprietà all’accesso (J. Rifkin, L’era dell’accesso. La rivoluzione della Neweconomy,
             Mondadori, Milano, 2000).
                43  In tale prospettiva, Ferdinando Menga evidenzia la necessità del passaggio a un
             “tempo etico”, e formula la sua proposta teorica nei seguenti termini: «Per accogliere
             in modo radicale l’appello a una responsabilità nei confronti dei futuri è necessario
             abbandonare la strategia fondativa che cerca di estendere il presente al futuro, e
             intraprendere il percorso inverso – quello di un’etica che trasgredisce il primato del
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