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10 Maria Borrello
rimanda al dissiparsi dell’intreccio, esprime cioè l’idea del nodo da sciogliere;
in virtù di questa dimensione etimologica, si può allora comprendere lo sviluppo
come la capacità di dipanare una complessità, favorendo un percorso che
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affronta gli ostacoli, e appunto li supera, li dissolve .
Lo sviluppo, più propriamente, sia nel linguaggio ordinario che nell’uso fatto
dalla comunità scientifica, racchiude in sé l’idea di un risultato susseguente:
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corrisponde sempre a un’attività orientata , costituisce una modificazione, una
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variazione . Sebbene, dunque, la crescita economica continui a presiedere la
significazione del concetto di sviluppo, costituendone altresì la direttrice
fondamentale, una piena comprensione di questo concetto necessita di tenere
in considerazione oltre al mercato (inteso come produzione e consumo di beni)
anche le condizioni di vita – individuali e collettive – che rispondono ai criteri
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di dignità e ben-essere .
31 Per alcune riflessioni in tal senso si rimanda al mio “Per una giustizia sostenibile”,
in Società e diritti, cit., pp. 52-53.
32 L’aspetto problematico relativo alla nozione di sviluppo può allora essere
rintracciato proprio in questa dimensione direzionale. Il problema è cioè stabilire verso
cosa orientare lo sviluppo. Tale questione non rintraccia una risposta univoca. La
sostenibilità, tra queste, propone di declinare lo sviluppo in termini solidaristici. Sul
tema della solidarietà i riferimenti bibliografici sono assai corposi; tra i molti, si
segnalano, senza pretesa di esaustività: J. Habermas, Solidarietà fra estranei. Interventi
su «Fatti e norme», Guerini e Associati, Milano, 1997; P.P. Portinaro, Introduzione in
K. Bayertz, M. Baurmann, L’interesse e il dono. Questioni di solidarietà, Edizioni di
Comu nità, Torino, 2002, pp. VII-LX; F. Camboni, “La solidarietà come concetto filo -
sofico” in Biblioteca della libertà, LIII, 2018, pp. 73-98; P. Chiarella, Solidarietà e diritti
sociali. Aspetti di filosofia del diritto e prassi normative, Wolters Kluwer-Cedam, Milano,
2017; A. Furia, “Ricucire trame, ricreare legami. Solidarietà e cura di fronte alla crisi
della democrazia contemporanea”, in C. Franco e M.P. Paternò (a cura di), Cura e
cittadinanza. Storia, filosofia, diritto, Editoriale Scientifica, Napoli, 2021, pp. 141-160.
33 In tal senso, si veda: P. Garcés Velástegui, “Humanizing development: taking
stock of Amartya Sen’s capability approach”, in Problemas del Desarrollo. Revista
latinoamericana de Economia, 51, n. 203, 2020, pp. 191-212.
34 In questo senso si pone, ad esempio, la riflessione di Amartya Sen, che ritiene che
il processo di sviluppo economico debba considerare ciò che le persone possono o non
possono fare; in particolare, disarticolando l’idea di sviluppo da quella di crescita
economica, si considerano alcuni parametri, relativi ad esempio alla possibilità di vivere
a lungo, all’accesso ai beni primari di sostentamento, ma anche alla possibilità di
raggiungere livelli adeguati di alfabetizzazione per poter partecipare ai processi
decisionali o di avanzamento conoscitivo; cfr. A. Sen, Resources, values and develop -
ment, Harvard University Press, (revised edition), 1997. In una prospettiva simile, si
veda anche M. Nussbaum, Giustizia sociale e dignità umana. Da individui a persone, Il