Page 28 - Borrello, Videtta.5a.qxp_.
P. 28

22                                                   Maria Borrello


             scarto significante tra queste due espressioni si attesta sul piano della potenzialità
             della relazione, disponendo un noi che trascende non solo i confini spaziali, ma
             anche quelli temporali: coinvolge infatti non solo i presenti, ma anche i prossimi,
             sostanziando una soggettività aperta, capace di accogliere e includere colui che
             ancora non è, il prossimo. Si evidenzia così un primo tratto significativo del
             futuro in comune evocato: il carattere dell’apertura che lo connota essenzial -
             mente si riverbera infatti entro il piano di una soggettività che si pone dunque
                                                 64
             essa stessa come essenzialmente aperta .
                A partire da questa soggettività aperta, le determinazioni in tema di
             sostenibilità, secondo il Rapporto Bruntdland, si propongono, in particolare,
             di accordare «i bisogni del presente senza compromettere la possibilità per le
                                                          65
             generazioni future di incontrare i loro bisogni» . La modalità operativa della
             sostenibilità si incentra dunque sulla capacità di considerare i bisogni futuri e
             provvedere, con strategie politiche attuate nel presente, affinché essi possano
             essere soddisfatti. Si profila in questi termini il tratto che più connota la
             sostenibilità e che, al tempo stesso, ne rivela la complessità. La sostenibilità
             esprime infatti primariamente l’esigenza dell’assunzione di responsabilità dei
             presenti nei confronti dei futuri e si espone in tal modo alla difficoltà di iden -
             tificare i termini di una tale forma di responsabilità, che appunto si articola sulla
             individuazione di doveri per i presenti a rispettare i diritti di futuri presunti. La
             responsabilità intergenerazionale segna allora le strategie e le pratiche sostenibili
             e pertanto necessita di essere precisata nella sua portata significante.






                64  Precisando l’etimo del termine “comune”, Roberto Esposito mette in evidenza
             l’idea di relazionalità aperta che esso implica; in tal senso afferma: «è comune ciò che
             non è proprio, né appropriabile da parte di nessuno, che è di tutti o quantomeno di
             molti - e dunque che non si rapporta allo stesso, ma all’altro». Cfr. R. Esposito, Termini
             della politica. Comunità, immunità, biopolitica, Mimesis, Milano, 2008, p. 116. Aderendo
             a tale definizione, questa idea di comunanza, evocata dal Rapporto Bruntdland per -
             tanto, può essere intesa senza ricadere nella modalità oppositiva di inclu sio -
             ne/esclusione: essa infatti non genera, come rilevato, un tutto unitario, cui si opporrebbe
             l’altro; piuttosto indica uno spazio, estremamente dilatato e aperto, di com-unione che
             rinvia dunque alla con-divisione.
                65  Tale definizione del Rapporto Bruntdland viene mantenuta anche nelle successive
             elaborazioni. Il Third Principle, elaborato nella Conferenza di Rio del 1992, afferma
             infatti: «The right to development must be fulfilled so as to equitably meet develop -
             mental and environmental needs of present and future generations». La dimensione
             intergenerazionale è dunque un aspetto centrale e costituisce altresì il principio guida
             della formulazione degli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030.
   23   24   25   26   27   28   29   30   31   32   33