Page 121 - Borrello, Videtta.5a.qxp_.
P. 121

La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili»             115


            l’Agenda, come si è visto, prescrive l’accessibilità universale e sicura a spazi verdi
            e pubblici in genere (11.7), ben è vero anche che la Dichiarazione del 2015
            riprende tale tema, tuttavia forse si sarebbe potuto chiarire meglio che occorre
            che sia dato un vero e proprio impulso alla creazione di spazi condivisi, che, come
            già accennato, costituiscono il luogo fisico dove si compie, per eccellenza, la
            socialità intesa come condivisione e come occasione di incontro e di confronto,
            una realtà a cui è legata strettamente la possibilità di creare insediamenti umani
            realmente inclusivi; se a questo si aggiunge il fatto che l’inclusività si gioca anche
            sul piano del confronto, della conoscenza e della pacificazione di diversi gruppi
            sociali, è del tutto chiaro come anche gli spazi culturali (musei e biblioteche,
            solo per fare gli esempi più lampanti) devono essere ricompresi tra tali realtà e
                                   48
            rispondere a tali esigenze .
               Un’ultima considerazione pare ugualmente interessante. Né l’Agenda 2030
            né la Dichiarazione di Hangzhou del 2015 riprende espressamente la raccoman -
            dazione della Dichiarazione di Hangzhou del 2013 a proposito del ruolo
            indispensabile del patrimonio culturale come strumento chiave di ricostruzione
            e di resilienza di una comunità. È certamente vero che il tema era trattato in
            quella sede a livello generale e non con specifico riferimento agli insediamenti
            umani, tuttavia, proprio vista la dimensione prettamente umana e fisiologica -
            mente connessa allo spazio in cui l’uomo vive, sarebbe stato utile riprendere
            all’interno delle nove raccomandazioni, anche questa. Nella Dichiarazione del
            2013 si leggeva infatti la raccomandazione a ricostruire il patrimonio culturale
            e a riprendere le attività culturali al fine di consentire alle comunità investite da
            violenti conflitti di ritrovare la propria identità e un sentimento di dignità e
            normalità; ugualmente, poco oltre, si raccomandava altresì la medesima
            attenzione alla ricostruzione del patrimonio culturale e delle istituzioni culturali
            per restituire un sentimento di normalità, di autostima e di appartenenza alle
                                                49
            comunità colpite da catastrofi naturali .

               48  Sul punto, sicuramente significativa la Dichiarazione di Hangzhou del 2013 ove
            si leggeva che “Les infrastructures culturelles telles que les musées et autres installations
            culturelles devraient servir d’espaces de dialogue et d’inclusion sociale, aidant à réduire
            la violence et à favoriser la cohésion”. A proposito del ruolo dei musei, vale senz’altro
            la pena richiamare la Unesco Recommendation concerning the Protection and Promotion
            of Museums and Collections, their diversity and their role in society (Paris, 20 November
            2015) che espressamente qualifica i musei come “spaces for cultural transmission,
            intercultural dialogue, learning, discussion and training, also play an important role in
            education (formal, informal, and lifelong learning), social cohesion and sustainable
            development. Museums have great potential to raise public awareness of the value of
            cultural and natural heritage and of the responsibility of all citizens to contribute to
            their care and transmission”.
               49  Non è questa la sede per approfondire gli studi antropologici sul tema. Di
   116   117   118   119   120   121   122   123   124   125   126