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La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili»             109


            culturale sia l’unico elemento «statico» di una realtà viva. Se così fosse, il
            patrimonio culturale assumerebbe una dimensione «disgiunta» da quella della
            comunità sociale da cui proviene e a cui necessariamente ritorna, in quella
            trasmissione di «eredità» che costituisce il significato profondo, ormai del tutto
            acquisito, del patrimonio culturale stesso. Pare piuttosto da affermarsi come i
            due aspetti citati siano strettamente legati, atteso che questo chiarisce il senso
            della protezione del patrimonio culturale all’interno delle città: in effetti, se,
            come è innegabile, le città sono in costante trasformazione (soprattutto in questo
            periodo storico), il patrimonio culturale rappresenta la continuità rispetto al
            passato, il patrimonio identitario da trasmettere alle generazioni future, senza
            tuttavia negare la trasformazione, poiché il patrimonio culturale (nel suo più
            ampio significato) è, in quanto tale, in costante trasformazione.


            10. Lo Statuto della «città culturale sostenibile». Caratteri e limiti

               Se la questione della definizione del complesso rapporto tra cultura e
            sviluppo sostenibile, come è facile evincere anche alla luce di quanto già rilevato,
            non è circoscrivibile entro i soli confini degli agglomerati urbani, proprio in tale
            ambito tuttavia esso gioca un ruolo fondamentale perché è proprio all’interno
            della città (nel suo significato più lato) che l’uomo vive ed esprime se stesso e la
            sua creatività.
               Proprio questo pare l’ambito ideale per collocare le affermazioni delle due
            Dichiarazioni di Hangzhou del 2013 e del 2015 in materia di cultura e città. Il
            tema era apparentemente un po’ più defilato nel 2013, ove il focus era piuttosto
            sul rapporto generale tra cultura e sviluppo sostenibile in relazione al quale si
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            rivendicava, come già rilevato , un preciso ruolo per la cultura nella lotta contro
            quelle piaghe dell’umanità già più volte evidenziate nelle Dichiarazioni da Rio
            1992 a quella, che sarà adottata pochi anni dopo, di New York 2015, ossia la
            crescita della popolazione, l’urbanizzazione, il degrado ambientale, le catastrofi,
            i cambiamenti climatici, l’aggravarsi delle disuguaglianze e il persistere della
            povertà. Ciononostante, la Dichiarazione del 2013 non rinunciava a mettere in
            evidenza il ruolo della cultura anche in relazione agli ambienti urbani: le città,
            infatti, divenivano esse stesse oggetto di attenta considerazione all’interno delle
            azioni finalizzate a mettere la cultura al centro delle politiche dello sviluppo
            sostenibile. In particolare, la 8° azione, affermava la necessità di «servirsi della
            cultura come risorsa per realizzare uno sviluppo e una gestione sostenibile delle
            aree urbane», prendendo in considerazione la necessità sia di una vivace vita



               43  V. supra par. 8.
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