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La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili» 101
Tutto ciò considerato, pare dunque possibile affermare come l’incontro tra
cultura e sviluppo sostenibile costituisca il punto di approdo di lunghi percorsi
evolutivi che interessano, in modo variamente intersecato, l’attenzione crescente
per le differenze culturali, la percezione della dinamicità del fenomeno culturale,
gli impatti della globalizzazione ma anche la dimensione economica. Sembre -
rebbe anzi lecito ritenere che il tema della sostenibilità incontri «ufficialmente»
la cultura solo nel momento in cui la protezione della cultura viene declinata
non tanto in relazione alla protezione delle differenze culturali (già come si è
visto sostanzialmente consustanziali alla dimensione originaria Unesco della
protezione del patrimonio culturale mondiale), e neppure nel momento in cui
emerge il tema delle generazioni future, quanto piuttosto quando sorge la
consapevolezza che le conseguenze della globalizzazione impongono una visione
(anche) economica del patrimonio culturale stesso, rimarcandone così anche
all’interno dello sviluppo sostenibile questa prospettiva piuttosto che quella del
suo valore sociale. La Convenzione sembra in effetti lasciare sullo sfondo il ruolo
della cultura come strumento indispensabile al miglioramento della qualità della
vita e come veicolo di inclusione sociale, temi che non sono esplicitamente
menzionati se non per rimarcare affermazioni già contenute in Convenzioni e
un nuovo orientamento politico e giuridico. Come sottolineato dalla Commissione
europea il nuovo concetto tende a sottolineare, e a favorire, non la preferenza per una
determinata politica o “industria” culturale, e la chiusura rispetto ad ogni altra espe -
rienza esterna, bensí la tutela e promozione della pluralità delle espressioni culturali,
nel loro eguale rispetto” (ancora A. GATTINI, op. ult.cit., 192).
35 In particolare ove si afferma: “the need to incorporate culture as a strategic element
in national and international development policies, as well as in international develop -
ment cooperation, taking into account also the United Nations Millennium Declaration
(2000) with its special emphasis on poverty eradication” ovvero “the importance of the
vitality of cultures, including for persons belonging to minorities and indigenous
peoples, as manifested in their freedom to create, disseminate and distribute their tradi -
tional cultural expressions and to have access thereto, so as to benefit them for their
own development” o ancora “the importance of intellectual property rights in sustaining
those involved in cultural creativity”. Ancora A. GATTINI, op. cit. 198, sottolinea come
il linguaggio della Convenzione segni “una marcata, ed evidentemente ricercata, diffe -
renza rispetto alla Dichiarazione della Conferenza di Città del Messico sulle politiche
culturali promossa dall’UNESCO nel 1982, nella quale gli aspetti economici della
politica culturale erano lasciati nell’ombra in relazione ad un concetto lato di cultura,
da intendersi come “the whole complex of distinctive spiritual, material, intellectual
and emotional features that characterise a society or a social group. Arts, letters, modes
of life, fundamental rights of thehuman being, value systems, traditions and beliefs”
(Preambolo della Declaration on Cultural Policies, adottata a Mexico City il 6 agosto
1982 a conclusione della UNESCO World Conference on Cultural Policies)”.