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La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili» 97
fondamentale della missione etica dell’Unesco il cui Atto istitutivo è dedicato
all’ideale «di giustizia, libertà e pace» fondato sulla «solidarietà intellettuale e
morale dell’umanità» e, quindi, riconosce l’importanza di fare qualunque sforzo
«to ensure, with due regard to human rights and fundamental freedoms, that
future as well as present generations enjoy full freedom of choice as to their
political, economic and social systems and are able to preserve their cultural and
religious diversity» (art. 2). Dunque, per quanto qui di interesse, essa richiama
l’attenzione, ben prima della Convenzione Unesco del 2005, sull’importanza di
trasmettere non solo un ambiente sano e integro, ma anche il patrimonio
culturale, dedicando ad esso uno specifico principio, rubricato appunto «Diver -
sità del patrimonio culturale», in cui si stabilisce come «Nel rispetto dei diritti
dell’uomo e delle libertà fondamentali, le generazioni presenti dovranno assicu -
rare la preservazione della diversità culturale dell’umanità. Le generazioni
presenti hanno la responsabilità d’identificare, di proteggere e di conservare il
patrimonio culturale, materiale e immateriale e di trasmettere tale patrimonio
comune alle generazioni future» (art. 7).
Se allora l’attenzione per la diversità culturale anche in prospettiva intergene -
razionale è risalente e, si può dire, consustanziale alla stessa idea di protezione
del patrimonio culturale, a partire dalla fine del secolo scorso il tema diviene
oggetto di rinnovato interesse a fronte delle sfide poste dalla crescente globaliz -
zazione.
Senza pretese di approfondimento del tema, che esulerebbe dai limiti di
queste riflessioni, vale la pena in effetti evidenziare come proprio sul fare del
nuovo secolo a livello internazionale si prende coscienza degli impatti della
globalizzazione sul patrimonio culturale, sia in senso positivo sia in senso
negativo.
Se infatti per la Dichiarazione sulla diversità culturale del 2001 la globaliz -
zazione pur costituendo una sfida per la diversità culturale, «crea tuttavia le
condizioni per un dialogo rinnovato tra culture e civiltà» (preambolo), diversa -
mente, il Preambolo della Convenzione Unesco 2003 per la salvaguardia del
patrimonio intangibile non rinuncia ad esplicitare la preoccupazione proprio
per gli impatti negativi del fenomeno; vi si legge infatti come i processi di globa -
liz zazione e di trasformazione sociale «also give rise, as does the phenomenon
of intolerance, to grave threats of deterioration, disappearance and destruction
of the intangible cultural heritage, in particular owing to a lack of resources for
safeguarding such heritage».
L’anno prima, nondimeno, la Dichiarazione di Johannesburg sullo sviluppo
sostenibile, affermava esplicitamente (seppur in generale e senza riferimenti al
ruolo del patrimonio culturale di cui, come si è detto, non si occupava) come la
globalizzazione rappresentasse una nuova sfida posto che «la rapida integrazione
dei mercati, la mobilità del capitale e i significativi aumenti dei flussi di inve -