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La realizzazione della qualità della vita nelle «città sostenibili»               95


            7. Il percorso (non del tutto lineare) di convergenza tra cultura e
               sviluppo sostenibile. L’importanza della riflessione sulla diver -
               sità culturale

               Sulla base di quanto osservato, pare potersi affermare come, seguendo la liea
            evolutiva delle Convenzioni Unesco, la convergenza tra sviluppo sostenibile e
            cultura si compia progressivamente man mano che matura il concetto di patri -
            monio culturale. Prendendo infatti come punto di partenza la Convenzione di
            Parigi del 1972 (e, prima ancora, da quella dell’Aja, sulla protezione del
            patrimonio culturale nei conflitti armati, del 1954), ove il patrimonio culturale
            era costituito segnatamente da espressioni materiali, può ben osservarsi come
            le convenzioni Unesco del 2003, per la salvaguardia del patrimonio culturale
            immateriale, e quella del 2005, sulla protezione e la promozione della diversità
            delle espressioni culturali, introducano un nuovo modo di guardare al concetto
            di patrimonio culturale, progressivamente più ampio, in cui l’idea materiale del
            1972 non viene sconfessata, ma piuttosto integrata soprattutto per quanto
            attiene alla dimensione dinamica e vitale del patrimonio stesso, in senso
            evidentementemente più consono all’idea stessa dello sviluppo sostenibile (che
            è concetto, evidentemente, fisiologicamente dinamico).
               Qualche ulteriore osservazione va tuttavia fatta per meglio comprendere il
            tema su cui si va riflettendo, aprendo una breve parentesi sul punto di conver -
            genza tra cultura e sviluppo sostenibile che, secondo quanto appena rilevato,
            pare trovare la sua prima espressione all’interno della Convenzione Unesco del
            2005 sulla protezione delle differenze culturali.
               Va in effetti detto come l’Unesco fin dall’origine non solo sia sensibile alla
            questione, ma la protezione delle differenze culturali costituisca addirittura il
            caposaldo della stessa istituzione dell’Unesco. A riprova di questo è in effetti
            sufficiente leggerne l’Atto istitutivo che, esplicitamente, afferma la preoccu -
            pazione di «garantire agli Stati Membri della presente Organizzazione
            l’indipendenza, l’integrità e la feconda diversità delle loro culture e dei loro
            sistemi d’educazione». La protezione delle differenze culturali, significativa -
            mente definita come «fruitful», è dunque alla base della stessa istituzione
            dell’organismo internazionale quale presupposto imprescindibile per la
            costruzione di quei processi di pace che, come la recente storia dimostrava, non
            potevano più essere basati su accordi economici e politici, ma necessitavano
            dell’implementazione di relazioni di solidarietà intellettuale e morale dell’uma -
            nità, basate sulla conoscenza reciproca e dunque sul rispetto. Conseguentemente
            l’Organizzazione, come si è visto, si proponeva «di contribuire al mantenimento
            della pace e della sicurezza rafforzando, con l’educazione, le scienze e la cultura,
            la collaborazione tra le nazioni, allo scopo di garantire il rispetto universale della
            giustizia, della legge, dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, a profitto
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