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94 Cristina Videtta
sale di libri, opere d’arte, monumenti di interesse storico o scientifico (…)»
(Atto istitutivo dell’Unesco, art. 1).
Nonostante questo tuttavia, anche la Dichiarazione del 2002 pare imper -
meabile a tali suggestioni.
Un apparente indizio di cambiamento compare nella cd. Dichiarazione di
RIO+20, laddove si sottolinea esplicitamente «l’importanza della cultura per lo
sviluppo sostenibile» (principio 16), a dire il vero significativamente collocata
nella parte dedicata a «Assessing the progress to date and the remaining gaps in
the implementation of the outcomes of the major summits on sustainable de -
velop ment and addressing new and emerging challenges». Si tratta, comunque,
di un passo potenzialmente importante, senonché l’affermazione resta isolata e
non trova ulteriore sviluppo nel testo della dichiarazione. Vi si può tuttavia forse
riconoscere un mutato modo di guardare alle cose rispetto alla Dichiarazione
del 1992; probabilmente, infatti, tale principio costituisce l’eco della Conven -
zione sulla protezione della diversità delle espressioni culturali, adottata pochi
anni prima in sede Unesco (2005), nel solco della Dichiarazione Unesco sulla
diversità culturale adottata all’unanimità all’indomani degli attentati dell’11
settembre, che, per la prima volta, stabiliva espressamente un principio che
30
appunto connetteva cultura e sviluppo sostenibile .
Il percorso di convergenza tra cultura e sviluppo sostenibile è così compiuto,
ancorché manchino indicazioni più specifiche sul tema.
Spetta piuttosto alle Convenzioni Unesco far emergere tale collegamento,
delineandone gradualmente i contorni.
In particolare è la Convenzione sulla diversità culturale del 2005 che enuncia,
per la prima volta, un vero e proprio principio dedicato allo sviluppo sostenibile
che ne faccia emergere la dimensione culturale. Il Principio 6, in effetti, è ap -
punto intitolato «Principio di sviluppo sostenibile» e afferma che «La diver sità
culturale rappresenta un patrimonio sostanziale per gli individui e le società.
Lo sviluppo sostenibile, di cui beneficiano le generazioni presenti e future, pre -
sup pone la protezione, la promozione e il mantenimento della diversità cultu -
rale».
30 V. infra nel testo.