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                A bene vedere, tuttavia, vanno doverosamente fatte alcune considerazioni
             aggiuntive.
                Nel cogliere il cambiamento, la Convenzione Unesco del 2005 guarda invero
                                                                                     34
             al tema in una duplice prospettiva: non solo culturale ma anche economica .
             Anzi, a ben vedere, va detto che analizzando il linguaggio di questa, parrebbe
             possibile rintracciare la prevalenza proprio di disposizioni di tale natura. Tanto
             il Preambolo quanto le definizioni proposte sembrerebbero infatti enfatizzare
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             proprio tale dimensione .


             Convenzione UNESCO sulla protezione e la promozione della diversità delle
             espressioni culturali illustra il nuovo ruolo che occupa la diversità culturale a livello
             internazionale: la Comunità e i suoi Stati membri si sono impegnati, quali parti
             contraenti, a costruire un nuovo pilastro di governance mondiale e di sviluppo soste -
             nibile in ambito culturale, soprattutto attraverso il rafforzamento della cooperazione
             internazionale”.
                34  Significativamente nel preambolo si legge “le attività, i beni e i servizi culturali
             hanno una doppia natura, economica e culturale, in quanto portatori d’identità, di valori
             e di significato e non devono quindi essere trattati come aventi esclusivamente un valore
             commerciale”. Un cenno in tal senso è rinvenibile nella Dichiarazione sulle differenze
             culturali del 2001:«Articolo 3 – La diversità culturale, fattore di sviluppo. – La diversità
             culturale amplia le possibilità di scelta offerte a ciascuno; è una delle fonti di sviluppo,
             inteso non soltanto in termini di crescita economica, ma anche come possibilità di
             accesso ad un’esistenza intellettuale, affettiva, morale e spirituale soddisfacente». Si
             legga per tutti, A. GATTINI, La Convenzione Unesco sulla protezione e promozione della
             diversità culturale e regole WTO, in L. ZAGATO (a cura di), Le identità culturali, cit.,
             191 ss. Va rilevato come il tema della relazione tra globalizzazione e cultura era stato
             colto in Europa in particolare con la Comunicazione della Commissione Europea «The
             UE approach to the WTO Millenium Round» del 1999 la quale, si interrogava circa
             l’impatto della globalizzazione e della liberalizzazione del commercio su «em ployment,
             wealth distribution, development, the environment, consumer health and protection»
             e anche sulla «cultural diversity» (Commissione Europea, Comunicazione al Consiglio
             e al Parlamento, “The UE Approach to the WTO Millennium Round”, COM (1999),
             331 final, 8.7.1999): “A distinction must of course be made between the system
             represented by WTO and the phenomenon of globalisation. Globalisation is mainly
             driven by technology and by the action of economic operators, but liberalisation of
             trade and financial systems has acted as an important facilitator. The challenge for
             governments and the WTO in future is how to continue to develop the multilateral
             trad ing system in a way that secures the maximum benefits of globalisation for
             sustainable development. The WTO’s principal role is in providing a framework of
             rules that guarantee transparency and non-discrimination, and which protect WTO
             members, particularly smaller ones, from the threat of unllateral actions”. In proposito
             si è notato in letteratura come “l’introduzione del nuovo concetto “diversità culturale”,
             non deve essere visto solo come il frutto di un maquillage semantico, ma è il segno di
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