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78aPATRIZIA ARENA
frequente, data l’esigua distanza della residenza e la presenza nel distretto
aricino di proprietà senatorie; dall’altro concerne lo svolgimento dei rituali
più importanti e la loro scala. Senza soffermarsi su impianto della villa,
strutture e ambienti, cui sono stati dedicati notevoli contributi da G. Lugli
agli inizi del ’900, da H. von Hesberg e altri studiosi in tempi recenti, giova
in questa sede muovere le mosse da una delle strutture della villa, il cripto-
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portico che si sviluppa per 340 metri . Alla sua estremità meridionale si tro-
vava una grande scalinata che terminava con un largo e alto podio, una sorta
di tribunal, che doveva accogliere l’imperatore, il quale vi accedeva dalla
parte residenziale, passando per una scala e poi per un’apertura alle sue
spalle. Il podio era ubicato a circa 5 metri più in alto del piano di calpestio e
ai suoi lati si trovavano due ambienti scavati nel piperino. Domiziano lì si
presentava con alcuni membri della corte per salutare quanti si recavano
nella villa per la salutatio matutina, in parte proprietari delle vaste tenute
circostanti con le loro famiglie e in parte cortigiani provenienti da Roma, e
distribuire sportulae ai clienti locali, presumibilmente i suoi stessi liberti, gli
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abitanti e i contadini dei centri limitrofi . La sua epifania era illuminata
dalla luce che filtrava dall’apertura alle sue spalle e dai finestroni laterali;
doveva apparire impressionante, quasi un evento divino, considerando la pe-
nombra del resto dell’ambiente. Anche il secondo tratto del criptoportico
sembra avere un altro podio o una breve terrazza interna, più bassa del podio
terminale succitato e contrapposta ad esso. Il criptoportico può essere consi-
derato una gigantesca aula, collocata in comunicazione diretta con l’entrata
della residenza lungo la via Appia, con la funzione di incanalare gli ospiti
verso la parte più interna della villa stessa, quella con le strutture residenzia-
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li . Un ambiente specifico, con una particolare connotazione, era pertanto
riservato nell’Albanum a uno dei rituali costitutivi del cerimoniale imperiale,
la salutatio, in una relazione dialettica tra le nuove norme e gli ambiziosi
progetti architettonici domizianei. La villa per l’otium era stata trasformata in
una sede alternativa per le attività di governo e in essa il criptoportico segnava
il distanziamento abissale tra imperatore e sudditi, soprattutto rispetto a coloro
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che non venivano poi ammessi nelle aree più interne del complesso .
Nel criptoportico, che costituiva una sorta di vestibolo di ingresso al pa-
lazzo, un’area di passaggio tra esterno e interno, era collocato il personale di
25 LUGLI, 1914 a; LUGLI, 1914 b; LUGLI, 1917; LUGLI, 1918; LUGLI, 1919; LUGLI, 1920;
CRESCENZI, 1979 e 1981; VON HESBERG, 1978/80; VON HESBERG, 1981; VON HESBERG, 2006;
VON HESBERG, 2009; VON HESBERG, 2011; LIVERANI, 2008; DI GIACOMO, 2017 a; DI
GIACOMO, 2017 b; DI GIACOMO, 2020 a; DI GIACOMO, 2020 b; PAPINI, 2020; SPINOLA, 2021;
VALERI, 2021.
26 SPINOLA, 2021, p. 108-109.
27 VALERI, 2021, p. 140-141.
28 VON HESBERG, 2009, p. 326-333; cfr. VON HESBERG, 2006, p. 221-244.