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76aPATRIZIA ARENA

                           stabile,  che  si  occupava  della  manutenzione  e  dell’amministrazione  delle
                           pertinenze  della  residenza  anche  quando  l’imperatore  non  vi  era  presente,
                           per il quale disponiamo di informazioni grazie a un sepolcreto, riservato al
                           personale della familia Caesaris che aveva risieduto e lavorato lì tra l’epoca
                           flavia e quella traianea, nel terrazzamento superiore adibito anche all’acquar-
                           tieramento dei membri della familia Caesaris, all’interno del nucleo centrale
                                       19
                           dell’Albanum .
                             Nel 1994 B.W. Jones ha dedicato un contributo alla corte di Domiziano,
                           nel quale si soffermava sulla composizione dell’aula quando l’imperatore si
                           trovava nella villa, menzionando la riunione del consilium convocato per il
                           metodo di cottura di un gigantesco rombo, l’altra riunione per  dirimere la
                           controversia territoriale tra  Falerienses e Firmani, il processo alla Vestale
                           Massima Cornelia; tuttavia non vi erano presi in considerazione altri aspetti
                           degni di rilievo, quali la possibile presenza e il ruolo di sua moglie Domitia,


                           larii dovevano spostarsi con Domiziano, data la loro particolare vicinanza al princeps e con-
                           siderato il fatto che l’imperatore poteva ricevere per la salutatio alcuni aulici nel suo cubicu-
                           lum, come sappiamo anche per Vespasiano; possiamo ricordare i celebri Parthenius e Sigierus
                           coinvolti poi nel suo assassinio: Suet., Dom. 16.6; Cass. Dio, 67.15.1; CIL VI.8761; Suet.,
                           Dom. 17.4; Mart., 4.78.8; cfr. DAVENPORT,  2022,  p.  295-296.  Il  praegustator  Ti. Claudius
                           Zosimus accompagnava l’imperatore durante i suoi spostamenti, tanto che il suo epitaffio è
                           stato rinvenuto a Mogontiacum: AE 1976, n. 504. Il titolare dell’ufficio ab epistulis e alcuni
                           suoi sottoposti pure dovevano trasferirsi nell’Albanum per l’intero soggiorno o per una cospi-
                           cua parte di esso, tenuto conto anche del fatto che, come scrive Svetonio, le lettere, i discorsi
                           e gli editti di Domiziano erano opera di altri: Suet., Dom. 20.3; cfr. Suet., Dom. 13.4 per la
                           dettatura dei documenti da parte sua; cfr. DEMOUGIN, 1994, p. 295 riguardo al passaggio della
                           funzione dai liberti ai cavalieri.
                             19  Si vd. CREA, 2006, p. 145-170; BERTINETTI, 2008, p. 19-30; DI GIACOMO, 2020 b, p.
                           125-149. Gli epitaffi testimoniano  infatti la  presenza  di un  anonimo schiavo  imperiale  che
                           svolgeva il ruolo di saltuarius (EphemEp VII.1249 = AE 2006, n. 264 = EDR 139742; cfr.
                           BUONOCORE, 2001, p. 177), di Mercator verna imperiale con probabili funzioni di topiarius
                           (EphemEp VII.1251 = SupplIt Imagines - Latium 1, n. 172 = AE 2006, n. 265 = EDR 139744),
                           figlio dell’anonimo schiavo saltuarius e di Ammias, per il quale la stele testimonia la presenza
                           di altri due fratelli, Deuter e Italicus. Un epitaffio parla di un altro Italicus defunto, che dove-
                           va essere figlio dei succitati Italicus o Deuter, cui eressero la stele i fratelli Ammias e Merca-
                           tor (EphemEp VII.1250 = SupplIt Imagines - Latium 1, n. 174 = AE 2006, n. 266). Abascan-
                           tus esercitò le funzioni di vilicus (EphemEp VII.1247 = CLE 1463 = EDR 139739) e Aciva fu
                           subvilicus (EphemEp VII.1248 = SupplIt Imagines - Latium 1, n. 173 = AE 2006, 267 = EDR
                           139745). A questi si affiancano altri tre monumenti epigrafici relativi a schiavi e liberti impe-
                           riali, databili tra l’ultimo quarto del I sec. d.C. e la seconda metà del II sec. d.C., provenienti
                           dai settori dell’Albanum periferici rispetto al nucleo centrale. Il primo è relativo ad Aesopus
                           Apsyrtianus che svolse funzioni di dispensator, collocabile tra il principato dei Flavi e quello
                           di  Antonino  Pio  (CIL  XIV.2259).  Dall’area  della  Villa  Doria  Pamphili  proviene  un  fusto
                           marmoreo di erma-ritratto con la dedica per il liberto dell’imperatore Antonino Pio, T. Aelius
                           Felix, che verosimilmente svolse le funzioni di procurator villae (AE 1975, n. 154). Si ag-
                           giunge a questi un cippo sepolcrale dello schiavo imperiale Hilarus, predisposta dal figlio L.
                           Aurelius Agathyrsus, da identificare con un liberto degli imperatori Lucio Aurelio Vero o Lu-
                           cio Aurelio Commodo, che svolgeva funzioni di tabularius (CIL XVI.2261).
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