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GOVERNARE L’IMPERO IN VILLA: DOMIZIANO, L’ALBANUM E LA CORTEa75
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nell’Urbe, quando necessario, così come Tivoli per Adriano . L’Albanum si
trasformò in una vera e propria succursale del Palatium, dove si trasferivano
la corte, parte dell’apparato amministrativo, il prefetto al pretorio e la guar-
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dia personale e, con essi, tutte le funzioni di governo . La villa presso il lago
Albano era sì concepita per l’otium, ma era contraddistinta dall’inserimento
di elementi e ambienti propri della monumentalità urbana; ci si può infatti
avvalere della definizione formulata da H. von Hesberg di otium del potere
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trasformato nel potere dell’otium . Domiziano se ne serviva per il disbrigo
di un’ampia serie di attività, come l’amministrazione della giustizia attraver-
so rescripta, edicta e responsa, l’esercizio del diritto, le riunioni del consi-
lium, le salutationes e le udienze, l’organizzazione di agoni poetici e compe-
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tizioni venatorie . Se si prendono in considerazione le funzioni svolte da
Traiano quando si trovava nella villa costiera di Centumcellae (Civitavec-
chia), descritte da Plinio il Giovane che vi fu ospite come membro del con-
silium, esse non appaiono dissimili da quelle cui Domiziano attendeva lì,
quantunque nelle fonti letterarie prevalga l’immagine negativa dell’Albana
arx come luogo per eccellenza della dissolutezza e dei crimini di Domiziano,
derivata piuttosto dalla vilificazione postuma dell’imperatore compiuta nella
storiografia successiva.
Lo spostamento da Roma in una delle residenze imperiali in Italia o in
un’altra località metteva in moto dispositivi ben precisi e un cerimoniale
scrupoloso; il seguito dell’imperatore, variamente composto da membri della
famiglia imperiale, consiglieri di ogni grado, amici, prefetti al pretorio, sol-
dati, personale degli uffici amministrativi e di servizio, era pensato con ocu-
latezza ed era adeguato alle specifiche esigenze del momento in cui si effet-
tuava il trasferimento e del luogo verso cui ci si dirigeva. In questi casi la
presenza di personale specializzato per la necessaria assistenza nelle funzioni
di governo (corrispondenza, petizioni, consulenza legale, corrieri etc.) era
fondamentale. Lo staff imperiale mobile doveva essere numeroso, conside-
rato il fatto che Domiziano trascorreva lunghi periodi nel complesso, svol-
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gendo qui le attività abituali . Ad esso si aggiungeva il personale di servizio
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14 Per le attività imperiali si vd. MILLAR, 1992 , p. 24-28.
15 DI GIACOMO, 2017 b, p. 20-21.
16 VON HESBERG, 2006 e 2009; cfr. PAPINI, 2020, p. 50; cfr. GEORGE, 2022, p. 247.
17 Cfr. RICCI, 2004, p. 331.
18 A proposito degli uffici e del personale si veda BOULVERT, 1970 e 1974; WEAVER,
1972; FABRE, 1994, p. 337-355; DAVENPORT, KELLY, 2022, p. 115-145; EDMONDSON, 2022,
p. 173. Il funzionario ab admissione, che controllava l’accesso all’imperatore, soprattutto nel
contesto del rituale della salutatio matutina, verosimilmente accompagnava Domiziano, così
come liberti subordinati, quali l’adiutor ab admissione e il proximus ab admissione, e i no-
menclatores, che dovevano suggerire i nomi degli ospiti, assicurando altresì che quanti non
erano stati invitati non avessero accesso ai banchetti imperiali. L’a cubiculo e alcuni cubicu-