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74aPATRIZIA ARENA

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                           cratere del Lago, dal monte Cucco fino a Palazzolo . Aveva inizio dalla Via
                           Appia, con vari ingressi distanziati, e arrivava fino alle sponde del lago, con
                           una serie di edifici e ambienti distribuiti su molti terrazzamenti, che seguiva-
                           no l’orografia del colle. Si contraddistinse inoltre per dimensioni cospicue,
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                           non inferiori a quelle della villa tiburtina di Adriano . Non è da escludere
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                           come in quella di Cutilia, dove essi solevano trascorrere le estati . Diverse
                           testimonianze epigrafiche sembrano darne conferma: un epistilio frammenta-
                           rio, rinvenuto nella chiesa di S. Maria della Rotonda, in cui era presente il
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                           gentilizio imperiale di Vespasiano o di Tito ; l’impressione del recto di un
                           sesterzio  di  Tito,  databile  all’80  d.C.,  nell’ultimo  strato  di  intonaco  della
                           galleria che conduceva alla terrazza panoramica sul lago, e la firma dei tec-
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                           tores stessi ; il monumento onorario nel Nemus Dianae, dedicato a Vespa-
                           siano, Tito e Domiziano nella primavera del 71 d.C. dal senatus populusque
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                           Aricinus , probabilmente perché avevano finanziato dei lavori nell’area sa-
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                           cra . A tal proposito va considerato come motivo per la frequentazione della
                           villa  il  costante  richiamo  ad  Augusto  che  caratterizzò  diversi  ambiti
                           dell’operato del capostipite della dinastia, coniugato con la consapevolezza
                           della rilevanza per l’ideologia augustea e la legittimazione della dinastia dei
                           luoghi in cui essa si trovava, che rimandavano ad Ascanio ed Enea, alla fon-
                           dazione di Roma e all’ascendenza della gens Iulia, come enfatizzano Mar-
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                           ziale e Stazio . Del resto anche i Giulio-Claudi avevano dimorato nella vil-
                           la: Tiberio vi soggiornò nel 34 d.C., in occasione delle celebrazioni del de-
                           cennale del suo principato; Caligola vi si ritirò dopo la morte dell’amata so-
                           rella Drusilla; Nerone vi celebrò il suo trionfo artistico con un seguito così
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                           numeroso che avrebbe potuto sottomettere i Parti e altri popoli . La breve
                           distanza della residenza di Albano da Roma rendeva agevole per Domiziano
                           soggiornare nella villa per periodi di tempo prolungati, assolvendo alle sue
                           funzioni di imperatore e conducendo gli affari politici di rilievo, e rientrare


                             5  Plinio il Giovane presenta Domiziano mentre solca le acque del lago a bordo di un lus-
                           suoso navigium trainato da chiatte: Plin., Pan. 82.1. Riguardo all’evoluzione del complesso
                           residenziale albano con il progressivo incameramento di proprietà senatorie, dall’età tiberiana
                           a  quella  neroniana,  vd.  DI  GIACOMO,  2020  a,  p.  57-123,  con  bibliografia  precedente;  DI
                           GIACOMO, 2017 a, p. 142-147.
                             6  SPINOLA, 2021, p. 99.
                             7  Sulla villa cfr. NARDELLI, 2022, p. 209-223.
                             8  GALIETI, 1948, p. 60 nt. 1 (= EDR 142148).
                             9  GUARDUCCI, 1971/72, p. 167-172, fig. 1 (= EDR 141329); ibid., p. 168 (= EDR 141326).
                             10  CIL XIV.4191 = EDR 147217.
                             11  Vd. DI GIACOMO, 2017 a, p. 149-151.
                             12  Mart., 5.1.1; Stat., Silv. 3.1.61; 4.2.65; 4.5.2; 5.2.168; 5.3.37-39.
                             13  Per Tiberio: Cass. Dio, 58.24.1; Tac., Ann. 6.29-30. Per Caligola: Sen., Dial. 12.17.4.
                           Per Nerone: Cass. Dio, 63.8.3; 63.12.1.
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