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TIBERIO LONTANO DA ROMAa45

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                           mente abitava Villa Iovis , che sorgeva sul promontorio orientale, a più di
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                           300 mt s.l.m. ), e secondo le fonti avrebbe in quella dimensione appartata
                           commutato le precedenti attività pubbliche con un’inattività dedita ad occu-
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                           pazioni  poco  onorevoli .  Svetonio  attesta  infatti  che  il  soggiorno  a  Capri
                           avrebbe coinciso con un subentrato disinteresse in Tiberio per l’impero e per
                           le sue necessità, come sarebbe stato dimostrato dal mancato reintegro delle
                           decurie dei cavalieri, e, allo stesso modo, dei tribuni e dei comandanti di ca-
                           valleria, dalla mancata sostituzione dei governatori provinciali, e dalla non-
                           curanza delle azioni offensive dei Parti, dei Daci, dei Sarmati e dei Germa-
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                           ni . Il tutto mentre perdurava in lui la  suspicionum et credendi temeritas,
                           che Seiano avrebbe alimentato ancor più di quanto fatto fino ad allora, spe-
                                                                                         51
                           cialmente per tendere insidie ad Agrippina Maggiore ed alle sue partes .
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                           comprendeva poco più di dieci anni, durante i quali si delinearono alcune
                           modalità di trasmissione degli ordini e di esercizio del potere che erano ine-
                           dite, e che in parte avrebbero trovato prosecuzione nei periodi successivi.
                             L’assenza divenuta sistematica dell’imperatore da Roma, e che dipendeva
                           non più dalle necessità della guerra e non ancora da quelle di promozione
                           della propria immagine (come sarebbe stato ad esempio per Nerone o Adria-
                           no), ma da una scelta personale, e che ancora in quella fase nulla toglieva
                           alla centralità di Roma nell’impero, reclamava necessariamente all’opera de-
                           gli esperimenti istituzionali che oltretutto dovettero spesso contestualizzarsi
                           in situazioni di assoluta emergenza, le quali lasciarono presagire perfino pos-
                           sibilità di avvicendamenti al potere.
                             Da Capri, tuttavia, Tiberio riuscì a tenere in mano le redini dell’impero,
                           ed a salvaguardare il suo ruolo e le sue scelte dinastiche: seppe, se non indi-
                           viduare sempre le strategie giuste e le persone di cui fidarsi, tuttavia rimedia-
                           re prontamente, ricalibrare le mosse e riposizionarsi in maniera proficua di
                           fronte a dinamiche che si dimostrò in grado non solo di cogliere meglio di
                           altri, ma anche di riorientare verso la direzione attesa.

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                             Ripercorreremo,  di  necessità  sommariamente,  gli  ultimi  anni  del suo
                           principato, e con semplici accenni a contesti ed eventi che in questa sede non


                             47  Suet., Tib. 65.2 (con emendamento di Ionis in Iovis).
                             48  Ricostruzione dettagliata in KRAUSE, 2003, p. 177.
                             49  Tac., Ann. 4.67.3.
                             50  Suet.,  Tib.  41;  generalmente  di  avviso  opposto  sono  i  moderni:  cfr.  tra  gli  altri
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                           SHOTTER, 2004 , p. 70 s.
                             51  Tac., Ann. 4.67.3.
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