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TIBERIO LONTANO DA ROMAa41
riguardava la loro durata, ed il fatto che la partenza poteva essere stata intesa
da chi la attuava come definitiva.
Si cerca da sempre, con risultati mai del tutto soddisfacenti, di individua-
re la ragione di questo trasferimento in Campania del 26, o almeno di circo-
scrivere il novero delle possibili cause.
Il biografo Svetonio, in uno dei rari momenti in cui non mira a colpire la
memoria del primo successore di Augusto, lo descrive come un uomo fiac-
cato dal lutto per la perdita del figlio adottivo e di quello naturale, e indivi-
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dua in questa situazione psicologica la ragione della sua partenza da Roma .
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Se l’epitome di Cassio Dione si limita a registrare tale partenza , lo storico
severiano, in 57.12.6, aveva invece ricondotto, appunto, la causa di essa
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all’insofferenza di Tiberio verso la madre .
La narrazione di Tacito a riguardo è dettagliata. Tiberio annuncia di voler
partire per Capua e Nola per dedicare templi rispettivamente a Giove e ad
Augusto, ma in realtà il vero proposito, a lungo meditato, che motivava la
partenza dell’imperatore sarebbe stato un altro: quello di trasferirsi a vivere
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lontano da Roma . Lo stesso Svetonio puntella la ricostruzione di Tacito: lì
per lì Tiberio non avrebbe parlato di Capri, e la sua partenza era stata generi-
camente presentata come un viaggio alla volta della Campania, intrapreso
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nell’intento di dedicare templi .
Quanto alle ragioni reali a monte della partenza da Roma, Tacito sembra
privilegiare le artes Seiani, e ricondurre così la decisione dell’imperatore alle
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trame del suo potente prefetto del pretorio , in quegli anni già molto attivo
nella lotta contro Agrippina Maggiore, Nerone, Druso III e i loro sostenitori,
e desideroso di avere campo libero, oltretutto intravvedendo nel ruolo di rac-
cordo che avrebbe prevedibilmente esercitato fra la nuova sede di Tiberio e
l’Urbe un efficace trampolino di rilancio del suo profilo, dopo che aveva do-
21 Suet., Tib. 39.
22 Cass. Dio, 58.1.1 (via Xifilino).
23 Kαὶ ἐς τὴν Καπρίαν διʼ ἐκείνην οὐχ ἥκιστα μεταστῆναι. Cfr. LEVICK, 1999 , p. 167;
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SEAGER, 2005 , p. 70 s. Per la valutazione della condotta di Livia, rimodellata da Cassio Dio-
ne su quella di Giulia Domna, e in generale per il ruolo delle matronae all’inizio del princi-
pato, rimandiamo alle rilevanti considerazioni di CENERINI, 2016, p. 34 s.
24 Tac., Ann. 4.57.1: diu meditato prolatoque saepius consilio tandem Caesar in Campa-
niam, specie dedicandi templa apud Capuam Iovi, apud Nolam Augusto, sed certus procul
urbe degere.
25 Suet., Tib. 40: peragrata Campania, cum Capuae Capitolium, Nolae templum Augusti,
quam causam profectionis praetenderat, dedicasset, Capreas se contulit.
26 L’epitome di Cassio Dione, dopo aver descritto l’ascesa di Seiano ed il rapporto con
Tiberio, sintetizza il tutto affermando che l’imperatore rese il prefetto del pretorio καὶ
σύμβουλον καὶ ὑπηρέτην πρὸς πάντα (57.19.7; vd. inoltre Vell. Pat., 2.127.3 s.; Tac., Ann.
4.2.3; Suet., Tib. 55); cfr. fra gli altri BIRD, 1969, p. 66 s.