Page 40 - 3613-495-3 Mecella, Galimberti, Open A
P. 40

38aROBERTO CRISTOFOLI

                           re la situazione; i senatori, tuttavia, lasciarono a Tiberio il compito di indivi-
                                                  4
                           duare la persona più adatta .
                             La condotta rinunciataria del senato nei confronti delle proprie responsa-
                           bilità deliberative destò più volte irritazione in Tiberio; anche in quel fran-
                           gente l’imperatore ebbe a lamentarsene, ma non si sottrasse al  compito di
                           istradare verso una scelta: indicò M. Lepido e Giunio Bleso come la coppia
                                                                                            5
                           al cui interno individuare il successore del precedente proconsole d’Africa .
                             Le comunicazioni epistolari del primo soggiorno dell’imperatore in Campa-
                           nia finirono per vertere anche sulla volontà dell’imperatore di contestare alcuni
                           esiti processuali: Tiberio rimproverò i giudici per aver assolto Antistio Vetere,
                           un notabile romano che si era trasferito in Macedonia, e che era stato accusato di
                           adulterio; riportato a processo questa volta per maiestas – il capo d’imputazione
                           finito a lungo nell’oblìo, riesumato proprio da Tiberio, e destinato a divenire
                           sovrautilizzato nel corso del suo principato, prima contro i membri delle partes
                           Agrippinae e poi contro i vecchi alleati di Seiano dopo la rovina del prefetto –,
                                                                             6
                           Antistio Vetere fu condannato all’esilio in un’isola sperduta .
                             Roma faticava non poco ad abituarsi ad una gestione a distanza da parte
                           di  un  imperatore:  del  resto  il  principato  stesso  era  un’istituzione  nuova,  e
                           l’esempio di Augusto – il quale, allo stesso modo dei consoli repubblicani, si
                           era allontanato da Roma solo per condurre le guerre o le missioni diplomati-
                           che – non aveva ancora indotto a prendere in considerazione questa opzione.
                           Il passo verso una malcelata  critica  nei  confronti  del  modo  in  cui  Tiberio
                           esercitava il potere fu breve: Tacito ci informa che l’imperatore era biasi-
                           mato perché passava il tempo a leggere quanto denunciavano i delatori re-
                           standosene  imperturbabile  in  Campania,  mentre sulla scena c’erano  emer-
                           genze anche belliche, causate dagli Edui (esasperati per i debiti e aizzati da
                           Giulio Sacroviro) e dai Treveri (sobillati da Giulio Floro), e perfino le Spa-
                                           7
                           gne erano inquiete .
                             La vicenda degli Edui ebbe comunque lo stesso approccio: l’imperatore,
                           il primo a sapere del buon esito della repressione, dalla Campania epistolar-
                           mente lo comunicò al senato, che al contrario era evidentemente all’oscuro
                                                                    8
                           di molte vicende, almeno inerenti alle province .
                             L’assenza di Tiberio da Roma dovette far presumere al senato che un at-
                           teggiamento improntato al desiderio del suo ritorno sarebbe stato quello che
                           l’imperatore si attendeva per decidere di far rientro nell’Urbe: ma i patres si
                           sbagliavano.  Decretarono  infatti  per  il  suo  ritorno  voti,  preghiere  ed  altri


                                                                                2
                                                         2
                             4  Tac., Ann. 3.32.2; cfr. LEVICK, 1999 , p. 108 s., 131 s.; SEAGER, 2005 , p. 110 s., 143 s.
                             5  Tac., Ann. 3.35.1; cfr. LEVICK, 1999 , p. 109.
                                                         2
                                                                          2
                             6  Tac., Ann. 3.38.2; cfr. LEVICK, 1999 , p. 198; SEAGER, 2005 , p. 131.
                                                         2
                                                                           2
                                                         2
                             7  Tac., Ann. 3.44.1; cfr. LEVICK, 1999 , p. 132 s.; SEAGER, 2005 , p. 140 s.
                             8  Tac., Ann. 3.47.1; cfr. LEVICK, 1999 , p. 112.
                                                         2
   35   36   37   38   39   40   41   42   43   44   45