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lo . Ovviamente, doveva aver accompagnato Tiberio alla partenza, ed essersi
poi incrementato in pianta stabile una volta che quello decise di stabilirsi a
Capri, anche il contorno di persone cui spettava il compito di prendersi cura
dell’imperatore nelle esigenze quotidiane: schiavi, liberti, inservienti, camerie-
ri, cuochi, addetti alla manutenzione degli edifici e dei giardini, corrieri, scribi,
funzionari vari, medici, alcuni pretoriani e guardie del corpo in generale.
Un episodio del viaggio avrebbe contribuito a convincere ulteriormente Ti-
berio della preziosità di Seiano, e a cementare un rapporto che rischiava, nel
suo carattere in quella fase privilegiato, di finire per nuocere all’imperatore,
nella misura in cui lo isolava dal consiglio e dal confronto con altri personaggi,
esponenti di importanti famiglie dell’aristocrazia. In una sosta, infatti, Seiano
avrebbe salvato a Tiberio la vita, in occasione del crollo di alcune pietre
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all’interno di una grotta, chiamata Spelonca, presso Terracina .
Tiberio dedicò effettivamente dei templi in Campania; poi, stanco dei
municipi, delle colonie e di omnia in continenti sita, decise di cercare ‘rifu-
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gio’ sull’isola di Capri (Capreas se in insulam abdidit) .
Tacito valorizza proprio la componente dell’isolamento come la motiva-
zione che dovette spingere Tiberio a scegliere Capri: non aveva porti, solo
punti di approdo per imbarcazioni piccole, e pertanto chiunque avesse cercato
di raggiungere l’isola avrebbe potuto essere facilmente individuato; inoltre, il
clima era mite anche d’inverno, e il panorama – prima dell’eruzione del Vesu-
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vio – dischiudeva la vista di un golfo stupendo . Va senz’altro aggiunta la
considerazione che una delle flotte dell’impero stazionava proprio a Miseno,
da dove erano visibili eventuali segnali lanciati dall’isola di Capri, a beneficio
della sicurezza dell’imperatore e della velocità di un raccordo con il continente
– che peraltro distava solo qualche ora di navigazione, a meno di venti contra-
ri: e, se non rimise piede a Roma, Tiberio si portò tuttavia diverse volte in
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Campania e nel Lazio, non solo in occasione di emergenze .
Stabilendosi a Capri, dove rimase fino agli ultimissimi frangenti della sua
esistenza (quando si trasferì nella villa di Lucullo presso il promontorio di
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Miseno) , Tiberio disponeva di dodici grandi ville, alcune preesistenti, re-
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staurate e adattate ai suoi desideri, ed altre costruite ex novo (personal-
40 Suet., Tib. 56; cerca di identificare alcuni membri del seguito meno noto di Tiberio
HOUSTON, 1985, p. 186 s. Il fatto che il contorno di accompagnatori di Tiberio a Capri anno-
verasse soprattutto personaggi greci è stato considerato talora come un ulteriore elemento del
presunto e non ostentato filellenismo di Tiberio: così ad esempio RUTLEDGE, 2008, p. 465.
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41 Tac., Ann. 4.59.1-2; Suet., Tib. 39; cfr. LEVICK, 1999 , p. 167 s.; SEAGER, 2005 , p. 172.
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42 Tac., Ann. 4.67.1.
43 Tac., Ann. 4.67.2; cfr. anche Suet., Tib. 40.
44 Vd. ad esempio Tac., Ann. 4.74.3; 6.1.1.
45 Tac., Ann. 6.50.1; Suet., Tib. 72.3; 73.
46 Cfr. HOUSTON, 1985, p. 179.