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44aROBERTO CRISTOFOLI

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                           lo . Ovviamente, doveva aver accompagnato Tiberio alla partenza, ed essersi
                           poi incrementato in pianta stabile una volta che quello decise  di stabilirsi a
                           Capri, anche il contorno di persone cui spettava il compito di prendersi cura
                           dell’imperatore nelle esigenze quotidiane: schiavi, liberti, inservienti, camerie-
                           ri, cuochi, addetti alla manutenzione degli edifici e dei giardini, corrieri, scribi,
                           funzionari vari, medici, alcuni pretoriani e guardie del corpo in generale.
                             Un episodio del viaggio avrebbe contribuito a convincere ulteriormente Ti-
                           berio della preziosità di Seiano, e a cementare un rapporto che rischiava, nel
                           suo carattere in quella fase privilegiato, di finire per nuocere all’imperatore,
                           nella misura in cui lo isolava dal consiglio e dal confronto con altri personaggi,
                           esponenti di importanti famiglie dell’aristocrazia. In una sosta, infatti, Seiano
                           avrebbe  salvato  a  Tiberio  la  vita,  in  occasione  del  crollo  di  alcune  pietre
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                           all’interno di una grotta, chiamata Spelonca, presso Terracina .
                             Tiberio  dedicò  effettivamente  dei  templi  in  Campania;  poi,  stanco  dei
                           municipi, delle colonie e di omnia in continenti sita, decise di cercare ‘rifu-
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                           gio’ sull’isola di Capri (Capreas se in insulam abdidit) .
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                           zione  che  dovette  spingere  Tiberio  a  scegliere  Capri:  non  aveva  porti,  solo
                           punti di approdo per imbarcazioni piccole, e pertanto chiunque avesse cercato
                           di raggiungere l’isola avrebbe potuto essere facilmente individuato; inoltre, il
                           clima era mite anche d’inverno, e il panorama – prima dell’eruzione del Vesu-
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                           vio – dischiudeva la vista di un golfo stupendo . Va senz’altro aggiunta la
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                           da dove erano visibili eventuali segnali lanciati dall’isola di Capri, a beneficio
                           della sicurezza dell’imperatore e della velocità di un raccordo con il continente
                           – che peraltro distava solo qualche ora di navigazione, a meno di venti contra-
                           ri: e, se non rimise piede a Roma, Tiberio si portò tuttavia diverse volte in
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                           Campania e nel Lazio, non solo in occasione di emergenze .
                             Stabilendosi a Capri, dove rimase fino agli ultimissimi frangenti della sua
                           esistenza (quando si trasferì nella villa di Lucullo presso il promontorio di
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                           Miseno) , Tiberio disponeva di dodici grandi ville, alcune preesistenti, re-
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                           staurate  e  adattate  ai  suoi  desideri,  ed  altre  costruite  ex novo  (personal-
                             40  Suet.,  Tib.  56; cerca di identificare alcuni  membri  del  seguito  meno noto  di Tiberio
                           HOUSTON, 1985, p. 186 s. Il fatto che il contorno di accompagnatori di Tiberio a Capri anno-
                           verasse soprattutto personaggi greci è stato considerato talora come un ulteriore elemento del
                           presunto e non ostentato filellenismo di Tiberio: così ad esempio RUTLEDGE, 2008, p. 465.
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                             41  Tac., Ann. 4.59.1-2; Suet., Tib. 39; cfr. LEVICK, 1999 , p. 167 s.; SEAGER, 2005 , p. 172.
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                             42  Tac., Ann. 4.67.1.
                             43  Tac., Ann. 4.67.2; cfr. anche Suet., Tib. 40.
                             44  Vd. ad esempio Tac., Ann. 4.74.3; 6.1.1.
                             45  Tac., Ann. 6.50.1; Suet., Tib. 72.3; 73.
                             46  Cfr. HOUSTON, 1985, p. 179.
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