Page 51 - 3613-495-3 Mecella, Galimberti, Open A
P. 51
TIBERIO LONTANO DA ROMAa49
gradualmente dalla donna nelle tante altre lettere che avranno costituito la cor-
rispondenza tra lei e l’imperatore, e ribaditi nelle visite che, sia pure non si-
stematicamente, doveva fare a Tiberio a Capri, e in cui dovette manifestargli il
disagio e palesargli il disallineamento di importanti famiglie dell’aristocrazia
senatoria, contrariate dall’atteggiamento e dalle iniziative dell’ultimo Seiano,
con ogni probabilità non mancando nemmeno di prospettare al cognato
l’opportunità di promozione del nipote Caligola.
Emerge dunque una valorizzazione di quei familiari dei quali l’imperatore
aveva maggiore stima – e che, come altri personaggi di primo piano, si recavano
a Capri, talvolta anche per lunghi soggiorni, su invito di Tiberio stesso (ancor
prima che di Caligola e di Tiberio Gemello, fu questo il caso di Druso III nel 27-
68
28, sia pure per ragioni particolari) –, comprese le donne, parallelamente al
processo che vedeva il ruolo delle matrone in costante ascesa come riferimenti
per l’imperatore distante ed in cerca di un termometro affidabile per decifrare la
situazione politica nei suoi mutamenti.
In ogni caso, al di là di tutto ciò, la centralità di una figura istituzionale
quale il prefetto del pretorio era salvaguardata dal fatto che si trovava a capo
di quella che, in assenza di legioni in Italia e di altri presidi nell’Urbe, rima-
neva comunque la forza armata di maggiore consistenza e qualità: i pretoria-
ni, che – come dimostreranno i frangenti della successione di Claudio a Ca-
ligola – sarebbe stato utopico pensare di controbilanciare nella loro forza ri-
correndo alla somma delle coorti urbane e delle coorti dei vigili.
Così, quando Tiberio si decise a far cadere Seiano, non poté esimersi dal
fare i conti con questo corpo scelto: nominò in maniera coperta un nuovo
prefetto del pretorio nella figura di Macrone, fino ad allora prefetto dei vigi-
li. Proprio Macrone, convocato da Tiberio a Capri, al ritorno a Roma reca-
pitò in senato la lettera, alla cui lettura i senatori si risolsero a procedere
contro Seiano; proprio Macrone, mostrando i suoi nuovi gradi e promettendo
69
ricompense da parte di Tiberio , convinse i pretoriani a trascorrere la gior-
nata della caduta di Seiano (il 18 ottobre del 31) chiusi nel Castro Pretorio,
mentre il servizio d’ordine veniva assegnato ai vigili.
L’importanza della figura del prefetto del pretorio, dunque, che l’azione
contro Seiano avrebbe potuto sminuire, venne ribadita proprio in quanto il ruolo
svolto da Macrone, nuovo detentore della carica, in quel giorno fu di primario
rilievo ai fini della salvaguardia dell’impero in assenza dell’imperatore.
Dopo la caduta di Seiano, come già fatto rilevare, Tiberio continuò a re-
stare lontano da Roma, senza astenersi dalle preoccupazioni per ogni tipo di
68 Vd. Cass. Dio, 58.3.8 (via Xifilino); cfr. CRISTOFOLI, 2018, p. 47.
69 Suet., Tib. 48.2.