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TIBERIO LONTANO DA ROMAa51
Così Macrone, il quale, con la moglie Trasilla, nei soggiorni a Capri si
adoperava presso Tiberio per convincerlo che avrebbe fatto, con Caligola, la
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scelta migliore, volle la condanna, tra i molti altri, di Sesto Paconiano , con
l’accusa di complicità con Seiano contro Caligola, e, giocando di sponda con
Tiberio, significativamente anche di Sesto Vistilio, che lanciava insinuazioni
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sull’impudicizia di Caligola per screditarne il profilo . La determinazione di
Macrone a sostegno dell’intento di Tiberio di sgombrare il campo da ogni
insidia per Caligola lo portò talvolta ad andare, in fatto di zelo, oltre le attese
dello stesso imperatore: fu infatti quest’ultimo a venire in soccorso del con-
solare M. Aurelio Cotta Messalino, che pure aveva perseguitato con parti-
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colare acrimonia la famiglia di Caligola , accusato il giovane di incerta vi-
rilitas, e infine, forse avendone colto il favore nei confronti del nipote trasfe-
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ritosi a vivere da lei , oltraggiato perfino Livia .
Una conseguenza dell’ampliato ambito di competenze e ruoli attribuito al
prefetto del pretorio fu, anche nel caso di Macrone, quella dell’assunzione da
parte sua di iniziative non sempre concordate con l’imperatore: la battuta di
Tiberio su Macrone che si volgeva verso il nuovo astro abbandonando quello
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vecchio ormai sul punto di tramontare , se non rispecchia un effettivo disal-
lineamento tra princeps e praefectus in merito al favore verso Caligola, tut-
tavia può senza dubbio provenire da una tradizione che registrava linee
d’azione sempre più autonome da parte dell’ultimo Macrone, parallelamente
al configurarsi della successione di Caligola come imminente.
Con Tiberio il principato vide dunque attuarsi una dinamica che, pur non
essendosi poi ripresentata in atto per lungo tempo, può considerarsi comun-
que un segno anticipatore di quanto un giorno avrebbe sperimentato
l’impero: il primo successore di Augusto visse per poco meno della metà del
suo principato lontano dall’Urbe, in una fase storica in cui Roma, nondime-
no, manteneva quella sua indiscussa centralità, che solo le tendenze centrifu-
ghe degli imperatori del III e del IV secolo, spesso di origine non italica,
avrebbero messo in discussione fino a superarla.
76 Tac., Ann. 6.3.4.
77 Tac., Ann. 6.9.2.
78 Tac., Ann. 5.3.2.
79 Cfr. CRISTOFOLI, 2020, p. 166.
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80 Tac., Ann. 6.5.1; cfr. BARRETT, 1992, p. 381 nt. 50; LEVICK, 1999 , p. 192 e 205;
2
SEAGER, 2005 , p. 191.
81 Tac., Ann. 6.46.4; Cass. Dio, 58.28.4.