Page 26 - 3613-495-3 Mecella, Galimberti, Open A
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24aDAVIDE FAORO
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tico (!) Iuniae Ba[---] ; così in Egitto, dove nello stesso decennio si assiste
all’introduzione della subscriptio collettiva per i libelli che presentavano la
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medesima interrogazione . Se è valida la tesi che le pratiche adottate dalle
cancellerie provinciali fossero state normalmente mutuate da equivalenti e
consolidate procedure perseguite dalla cancelleria imperiale, allora dovrem-
mo concludere che le forme di pubblicazione dei libelli sottoscritti dai prin-
cipi avessero goduto qualche tempo prima di un certo affinamento, non solo
rispetto alle modalità generali di pubblicità – la propositio nello stesso luogo
in cui si trovava l’imperatore – ma anche nel merito di più specifiche solu-
zioni (subscriptiones collettive, confezione delle risposte alle petizioni du-
rante gli spostamenti della comitiva imperiale, propositio collettanea dei li-
belli in originale in un singolo documento realizzato all’occasione) rivolte
all’ottimizzazione dell’intero processo amministrativo, dalla ricezione
all’archiviazione dei libelli. Diversamente dagli immediati predecessori, sor-
titi dall’Italia esclusivamente per expeditiones militari, Adriano passò una
parte considerevole del suo principato nelle province. Le petizioni presentate
al comitato itinerante del principe da parte dei provinciali dovettero raggiun-
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gere una mole presumibilmente enorme , senza che a questo surplus di in-
terazione con la popolazione locale avesse corrisposto la possibilità da parte
del comitatus imperiale di avvalersi dello stesso personale e delle stesse
strutture presenti a Roma. Un problema che fu forse superato o mitigato at-
traverso l’adozione delle soluzioni diplomatiche di cui sopra.
3.
Desidero dedicare l’ultima parte del mio contributo agli atti dei principi
emessi fuori Roma, ma in Italia, nelle residenze imperiali suburbane del La-
zio e della Campania. La pratica di avvalersi di ville extraurbane come sede
dell’attività istituzionale da parte dei Cesari fu assai risalente, divenendo una
42 PSI IX.1026 a + b.
43 HAENSCH, 1994, p. 493-494, che denota come la subscriptio collettiva sia testimoniata
in Egitto dalla prefettura di M. Sempronius Liberalis (154-159 d.C.) a quella di C. Calvisius
Statianus (170-171 d.C.); può avere un certo valore ricordare che in questo lasso temporale
almeno due furono i prefetti già in precedenza incaricati della procuratela a libellis, di cui uno
dello stesso Antonino Pio; cfr. FAORO, 2016, n. 52, 57.
44 Non possediamo stime che possano in qualche misura quantificare il numero di libelli
presentati ad Adriano nel corso dei suoi viaggi; per offrire un raffronto, all’inizio del III sec.
d.C. in un papiro (P.Yale 61, su cui vd. HAENSCH, 1994, p. 487) si parla di 1804 petizioni
inoltrate ad un prefetto d’Egitto nel corso di un solo conventus. Vale tuttavia rammentare la
causticità con cui Adriano, trovandosi in Egitto nel 131 d.C., risponde a un petitore, reo di
averlo importunato su questioni di poca importanza per due giorni consecutivi (P.Tebt. II.286,
ll. 4-9).