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la subscriptio al libello, a quanto pare in originale , affinché Plinio la con-
segnasse al destinatario. Non è dato sapere se una copia fosse stata archiviata
o se la subscriptio avesse goduto di una propositio a Roma. Lo status del
petitore e del patrocinante sconsigliano ad ogni modo di considerare codesta
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una pratica comune .
Per quanto riguarda il principato di Adriano, le modalità di ricezione,
produzione e pubblicazione delle risposte imperiali quando il principe si tro-
vava in provincia sono state illuminate da un’epigrafe ritrovata diversi de-
cenni orsono nell’area dell’antica Hyrgaleis nel conventus di Apamea, ma
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pubblicata soltanto in tempi più recenti . L’iscrizione è frammentaria, cio-
nonostante è possibile riconoscere una sequenza di atti, tra cui: a) ll. 1-11:
un’annotazione preliminare in greco datata 25 luglio 129 d.C., riguardante la
trascrizione e la testimonianza di un libellus così come esposto nel τεῦχος
λιβέλλων τῶν προκειμένω[ν] nella «Nuova Stoa» di una città, il cui nome è
perduto, forse della Licia; b) ll. 11-19: testo in greco del libellus, inoltrato da
un certo Ermogene ad Adriano, riferito ad una precedente decisione presa
dall’imperatore ad Apamea il 16 dello stesso luglio o pochi giorni dopo, con la
richiesta di poterne fare una copia; c) l. 19: annotazione in latino di ricezione
del libellus con la data del 23 luglio e il luogo, Apamea in Asia; d) ll. 20-27: la
subscriptio di Adriano in latino, indirizzata a diversi petitori tra cui Ermogene,
che dà accesso ai commentarii imperiali e che è chiusa dalla formula subscrip-
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si / recognovi ; e) ll. 27-31: nomi dei signatores di autenticazione della copia
della petizione e della subscriptio; f) ll. 31 s.: estratto dei commentarii.
Un primo dato rilevante è offerto dalla tempistica degli atti elencati. La
petizione fu ricevuta dal comitato imperiale il 23 luglio ad Apamea in Asia e
copiata dal petitore dal τεῦχος λιβέλλων τῶν προκειμένων due giorni dopo,
il 25 luglio, in un’altra città, di un’altra provincia, probabilmente nel primo
giorno in cui era stata resa pubblica, corredata dalla subscriptio. La formula
acc. X Kal. Aug. Apam. in Asia segue il testo della petizione e anticipa quello
della subscriptio, per cui essa riguarda la presa in consegna da parte dell’a
25 Plin., Ep. 10.107: Libellum P. Accii Aquilae, centurionis cohortis sextae equestris,
quem mihi misisti, legi: cuius precibus motus dedi filiae eius civitatem Romanam. Libellum
[rescripti] <rescriptum>, quem illi redderes, misi tibi. L’emendazione di rescripti in rescrip-
tum, proposta da KIPP, 1909, p. 77 nt. 47, è stata generalmente accettata.
26 Appare perciò azzardata l’ipotesi avanzata da PALAZZOLO, 1977, p. 50, secondo cui
questa testimonianza sarebbe prova che «la cancelleria di Traiano usava inviare ai richiedenti
gli originali, e non le copie, né tanto meno gli estratti, dei rescritti imperiali, trascrivendone
solo un’indicazione sommaria negli archivi (commentarii)».
27 SEG LVIII.1536 = AE 2008, n. 134; cfr. JONES, 2009.
28 In altri casi è attestato scripsi o rescripsi; sulla formula vd. MOURGUES, 1995.