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18aDAVIDE FAORO
libelli quanto le subscriptiones e li avrebbe portati con sé, nel comitato impe-
riale, in una sorta di archivio mobile, in attesa di riporli negli archivi urbani,
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una volta giunto a Roma .
Che le subscriptiones, emesse e propositae dai principi in provincia, fos-
sero state archiviate a Roma, almeno in parte, lo conferma l’inclusione nei
codici tardoantichi di alcuni responsi dei Severi che, laddove riportano il
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luogo di emissione, menzionano le sedi di Eburacum e Carnuntum . È pro-
babile che diversi tra i rescritti di Adriano inseriti dai più tardi compilatori
nei codici senza menzione del luogo di edizione fossero stati presi fuori
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d’Italia . Più difficile convenire sull’ipotesi che l’imperatore rispondesse a
tutte le petizioni subito, e soprattutto oralmente; alcune, quelle che abbiso-
gnavano di un approfondimento, potevano ben essere discusse in un secondo
momento all’interno del consilium principis. Allo stesso modo appare poco
convincente la tesi per cui i libelli, in altre parole delle petizioni scritte, non
potessero essere presentati all’imperatore ogniqualvolta il petitore ne avesse
avuto l’occasione.
Limitando l’indagine ai dati certi, per quanto attiene alle subscriptiones e
ai libelli con richieste di beneficia, è lecito stimare che all’epoca di Traiano i
privilegi concessi dal principe fossero stati immediatamente trascritti in
commentarii dedicati anche quando il principe si trovava in provincia. Plinio
ci informa che l’apposizione della subscriptio su un libellus di Svetonio,
inoltrato dallo stesso Plinio al principe, e vertente sulla richiesta della con-
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cessione del ius trium liberorum , era stata seguita dall’ordine di Traiano di
riportare l’ottenimento del privilegio nei suoi commentarii. All’epoca Traia-
no si trovava a Roma, ma è indubbio che i commentarii andassero appresso
15 Nelle fonti letterarie è rimasta parziale memoria di questo sistema di trasporto di docu-
menti nella parola κιβώτιον, termine che in Cass. Dio, 71.29.1 identifica il raccoglitore nel
quale Avidio Cassio conservava le proprie lettere; la parola ricorre anche per indicare i conte-
nitori in cui era conservata la corrispondenza di altri personaggi illustri quali Scipione, Pom-
peo e Antonio: Cass. Dio, 41.63.5; 43.13.2; 52.42.8 e cfr. CARBONI, 2017, p. 214. Da un punto
di vista documentario ciò che rimane di questi archivi mobili è poco. Citiamo una tessera
bronzea di provenienza sconosciuta e dalla grandezza di pochi cm, riportante l’iscrizione da-
tabile al I sec. d.C.: Myrtili | Aug(usti) l(iberti) | a libellis (ECK, 2022). L’etichetta poteva es-
sere stata apposta su una cista, una capsa, insomma un contenitore portadocumenti. A questa
si aggiunga un tondello bronzeo iscritto, originariamente apposto su un oggetto del comitatus
di Domiziano transitante da Aquae Statiellae. L’oggetto su cui era affissa la piccola lamina
poteva ben essere a sua volta un contenitore o un baule: ex comitatu | Imp(eratoris) Domitiani
Aug(usti) Germanici | ab Aquis | Statiellis (CIL V.7506).
16 Cfr. VARVARO, 2006, p. 24-25.
17 Elenco in CARBONI, 2017, p. 125-126.
18 Plin., Ep. 10.95: tuo tamen desiderio subscripsi et dedisse me ius trium liberorum Sue-
tonio Tranquillo ea condicione, qua assuevi, referri in commentarios meos iussi.