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SUGLI ATTI DEI PRINCIPI EMANATI FUORI ROMA (SECC. I-II D.C.)a17

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                           riale per la sua emissione ) di giungere a Roma, di venire incisa e di essere
                           infine esposta.



                           2.

                             Emanazione, pubblicità (laddove richiesta) e archiviazione si caratteriz-
                           zavano perciò per essere azioni complementari ai fini della validità di un at-
                           to. Queste considerazioni assumono una certa importanza se relazionate con
                           una delle attività amministrative che più di altre dovette impegnare gli impe-
                           ratori durante la loro presenza in provincia: le risposte alle petizioni dei pri-
                           vati, fossero esse date nella forma delle subscriptiones poste in calce ai li-
                           belli, oppure secondo la soluzione degli ἀποκρίματα, responsi in greco dati a
                                                                                         11
                           quesiti e richieste che sarebbero stati posti al principe in forma orale ; per
                           molti provinciali, cittadini e non, che non godevano per questioni di rango
                           della possibilità di inoltrare tramite interposta persona le proprie petizioni al
                                                                         12
                           principe, doveva trattarsi di un’occasione irripetibile .
                             Benché la dottrina sia ancora ondivaga su alcuni punti, la communis opi-
                           nio riconosce che, quantomeno a partire da Adriano, la propositio di questi
                                                                                    13
                           atti  avvenisse  nello  stesso  luogo  in  cui  si  trovava  l’imperatore .  Secondo
                           una recente ipotesi ricostruttiva, in giorni dichiarati e prestabiliti il principe
                           si sarebbe riunito con il proprio  consilium a sedute in cui si presentavano
                           tutti coloro che avevano dei libelli, propri o per conto di terzi. L’imperatore
                           avrebbe risposto oralmente, poi l’a libellis avrebbe registrato ogni subscrip-
                           tio assieme al relativo libellus e riunito tutte le risposte in un unico docu-
                           mento perché fosse propositum. È da questo documento che i petitori avreb-
                           bero dovuto trarre le proprie copie. È verosimile che le risposte a libelli pro-
                           venienti dall’Italia e da Roma  fossero  inviate  nell’Urbe  e  colà  affisse,  ma
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                           non v’è certezza . L’a libellis avrebbe quindi conservato in originale tanto i

                             10  CARBONI, 2019, p. 438-439, sostiene che il testo delle costituzioni per i veterani degli
                           auxilia fosse redatto dall’officium dell’ab epistulis; tuttavia, quantomeno per l’epoca adrianea,
                           va osservato che a differenza dei diplomi militari, dove il titolo di proconsul compare rego-
                           larmente nella titolatura imperiale a fronte di una presenza del principe fuori d’Italia, in nes-
                           suna delle epistulae di Adriano pubblicate in OLIVER, 1989 (cfr. p. 618-620) compare il titolo
                           di ἀνθύπατος, indipendentemente dal luogo di emissione.
                             11  HAENSCH, 2007, con elenco degli ἀποκρίματα alle p. 226-233.
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                             12  Cfr. MILLAR, 1992 , p. 35-37; EDMONDSON, 2015, p. 146-155.
                             13  La  tesi introdotta da  WILKEN,  1920  e  WILKEN,  1930,  secondo  cui  l’epoca  adrianea
                           avrebbe  rappresentato  un  momento  di mutamento delle forme di  pubblicazione  delle  sub-
                           scriptiones è ad oggi generalmente accettata. Il dibattito sui modi di pubblicità delle risposte
                           alle petizioni di privati è riassunto da VARVARO, 2006, p. 21-23 e nt. 82, e da CARBONI, 2017,
                           p. 13-15. Ulteriore bibliografia nelle note che seguono.
                             14  CARBONI, 2017, p. 209-221.
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