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SUGLI ATTI DEI PRINCIPI EMANATI FUORI ROMA (SECC. I-II D.C.)a23
La soluzione adottata nel 129 d.C. dal comitatus di Adriano getta nuova
luce sul libello inciso sulla celebre iscrizione, oggi perduta, da Smirne, in cui
dieci anni dopo, nel 139 d.C., tale Sextilius Acutianus chiedeva ad Antonino
Pio la possibilità di describere una costituzione emanata da Adriano. Un
punto controverso riguardava il valore da assegnare al numerale undevicesi-
mus, che nella subscriptio segue la formula di autenticazione – rescripsi, re-
cognovi – e che nel tempo è stato variamente interpretato: secondo alcuni, un
numero progressivo assegnato al libellus, ossia a uno dei fogli che compone-
vano il liber libellorum, in analogia con le indicazioni di registro che com-
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paiono nei synkollemata di libelli egiziani dall’inizio del III sec. d.C. ; se-
condo altri, la firma del funzionario che si era occupato della recognitio di
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quella specifica risposta imperiale ; a detta di altri ancora, il numero di un
volumen di commentarii nel quale sarebbe confluita la subscriptio, la quale
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non avrebbe goduto nemmeno di propositio . Ora l’epigrafe da Hyrgaleis
parla apertamente in favore della prima ipotesi. Come Ermogene in provin-
cia, così Sextilius Acutianus a Roma dovette copiare fedelmente il libello
processato come esso appariva in originale nel liber collettaneo in cui era
esposto, ivi comprese le annotazioni di registro. Purtroppo la frammentarietà
dell’iscrizione da Hyrgaleis non permette di stabilire se alla formula di au-
tenticazione subscripsi / recognovi avesse fatto seguito un’annotazione si-
mile a quella presente nel libello di Sextilius Acutianus, sebbene sia abba-
stanza scontato che le soluzioni adottate dall’officium a libellis nei primi me-
si di Antonino Pio fossero in diretta continuità con la prassi utilizzata du-
rante il principato del predecessore.
È in questa direzione, appunto, che va la testimonianza del τεῦχος
λιβέλλων τῶν προκειμένω[ν] dell’epigrafe da Hyrgaleis, la quale ad oggi co-
stituisce la più antica attestazione documentaria di un liber libellorum pro-
positorum. Naturalmente essa non esclude l’eventualità che simili soluzioni
fossero state adottate anche prima, ma nemmeno la avvalora. Alcuni degli
espedienti presenti nella propositio del libello di Ermogene emergono infatti
dalla nostra documentazione soltanto a partire dal secondo quarto del II sec.
d.C.: così in Syria Palaestina, dove nel 150 d.C. è testimoniata una proposi-
tio di diversi libelli assieme, da quanto si apprende da una copia di un libello
inoltrato da alcuni veterani al legato di Siria, praepositus cum ali(i)s in por-
39 WILKEN, 1920 , p. 8, seguito dai più.
40 PALAZZOLO, 1977.
41 D’ORS, MARTIN, 1979, p. 115; tuttavia, se la subscriptio al suo libello fosse già stata ar-
chiviata nel momento in cui Sextilius Acutianus ne trasse una copia, costui avrebbe dovuto
inoltrare un altro libello con la richiesta di poter prendere visione della risposta al primo, co-
me evidenziato da WILLIAMS, 1986, p. 185-186.