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28aDAVIDE FAORO
L’informazione fornita dalla tabula Clesiana rimane comunque essen-
ziale, poiché attesta senza equivoci che gli atti che necessitavano di pubbli-
cità venivano esposti nelle stesse residenze imperiali in cui venivano emessi.
Una parte della residenza imperiale di Baia, dunque, doveva essere alla metà
del I sec. d.C. accessibile al pubblico. Nella vicina villa di Pausilypon, me-
glio conosciuta archeologicamente, è in tal senso ravvisabile una netta divi-
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sione tra la pars privata e la pars publica della residenza , il cui accesso era
garantito da una serie di ampi spazi, comprensivi di un teatro, un portico tri-
plice, un odeion e un’aula absidata. Strutture simili aperte al pubblico – in
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alcuni casi deputate a celebrazioni tenute dai Cesari in particolari occasioni –
dovettero essere state presenti in tutte le grandi ville imperiali.
La propositio degli atti induce quindi a una riflessione sull’esistenza di
archivi imperiali presso le residenze extraurbane. Ad oggi, abbiamo testimo-
nianza di un liberto dei Flavi impegnato come tab(u)larius praetorii Antiati-
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ni , di due liberti T. Aelii impiegati come tabulari villae Tiburtis , e di un
altro liberto, Aelius Irenaeus, commentariensis villae Tiburtis di metà II sec.
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d.C. . Questi funzionari sono stati classificati dallo Hirschfeld come occu-
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pati nell’ambito generico della Villenverwaltung . Reputo questa classifica-
zione corretta, a patto che essa non pregiudichi o, peggio, escluda
l’eventualità che simili figure altamente specializzate, come i citati liberti ta-
bularii o commentarienses, non fossero chiamate a soddisfare le esigenze del
principe quando quest’ultimo era presente. Esito in effetti ad accettare
l’ipotesi che i tabularia, le biblioteche o strutture similari presenti in ville
come quelle di Anzio e Tivoli, cioè in residenze imperiali propriamente inte-
se, non in semplici ville rustiche, avessero omesso di accogliere atti imperia-
li. Le attestazioni di cui sopra provengono sì da due tra le più imponenti re-
sidenze imperiali, ma risalgono pure a periodi di assidua frequentazione im-
periale di entrambe. Poiché i soggiorni dei Cesari erano ripetuti nel tempo e
potevano perdurare per mesi, mi sembra abbastanza scontato che una qual-
che soluzione d’archivio dovesse pur essere stata approntata, e d’altra parte
non ravvedo la necessità di postulare che la totalità della documentazione
prodotta dal comitato imperiale dovesse necessariamente viaggiare in dire-
zione degli archivi urbani.
67 VARRIALE, 2015.
68 Cfr. Suet., Dom. 4 e Cass. Dio, 67.1.2 sulle celebrazioni della Quinquatria nella villa di
Albano da parte di Domiziano e Cass. Dio, 67.14.3 sui festeggiamenti degli Iuvenalia nella
medesima villa.
69 CIL X.6667.
70 CIL XIV.3635 e 3637.
71 CIL XIV.3636.
72 HIRSCHFELD, 1905, p. 138.