Page 30 - 3613-495-3 Mecella, Galimberti, Open A
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28aDAVIDE FAORO

                             L’informazione  fornita  dalla  tabula Clesiana  rimane  comunque  essen-
                           ziale, poiché attesta senza equivoci che gli atti che necessitavano di pubbli-
                           cità venivano esposti nelle stesse residenze imperiali in cui venivano emessi.
                           Una parte della residenza imperiale di Baia, dunque, doveva essere alla metà
                           del I sec. d.C. accessibile al pubblico. Nella vicina villa di Pausilypon, me-
                           glio conosciuta archeologicamente, è in tal senso ravvisabile una netta divi-
                                                                             67
                           sione tra la pars privata e la pars publica della residenza , il cui accesso era
                           garantito da una serie di ampi spazi, comprensivi di un teatro, un portico tri-
                           plice, un odeion e un’aula absidata. Strutture simili aperte al pubblico – in
                                                                                           68
                           alcuni casi deputate a celebrazioni tenute dai Cesari in particolari occasioni  –
                           dovettero essere state presenti in tutte le grandi ville imperiali.
                             La propositio degli atti induce quindi a una riflessione sull’esistenza di
                           archivi imperiali presso le residenze extraurbane. Ad oggi, abbiamo testimo-
                           nianza di un liberto dei Flavi impegnato come tab(u)larius praetorii Antiati-
                                                                                      70
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                           ni , di due liberti T. Aelii impiegati come tabulari villae Tiburtis , e di un
                           altro liberto, Aelius Irenaeus, commentariensis villae Tiburtis di metà II sec.
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                           d.C. . Questi funzionari sono stati classificati dallo Hirschfeld come occu-
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                           pati nell’ambito generico della Villenverwaltung . Reputo questa classifica-
                           zione  corretta,  a  patto  che  essa  non  pregiudichi  o,  peggio,  escluda
                           l’eventualità che simili figure altamente specializzate, come i citati liberti ta-
                           bularii o commentarienses, non fossero chiamate a soddisfare le esigenze del
                           principe  quando  quest’ultimo  era  presente.  Esito  in  effetti  ad  accettare
                           l’ipotesi che i tabularia, le biblioteche o strutture similari presenti in ville
                           come quelle di Anzio e Tivoli, cioè in residenze imperiali propriamente inte-
                           se, non in semplici ville rustiche, avessero omesso di accogliere atti imperia-
                           li. Le attestazioni di cui sopra provengono sì da due tra le più imponenti re-
                           sidenze imperiali, ma risalgono pure a periodi di assidua frequentazione im-
                           periale di entrambe. Poiché i soggiorni dei Cesari erano ripetuti nel tempo e
                           potevano perdurare per mesi, mi sembra abbastanza scontato che una qual-
                           che soluzione d’archivio dovesse pur essere stata approntata, e d’altra parte
                           non  ravvedo  la  necessità  di  postulare  che  la  totalità  della  documentazione
                           prodotta dal comitato imperiale dovesse necessariamente viaggiare in dire-
                           zione degli archivi urbani.



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                             68  Cfr. Suet., Dom. 4 e Cass. Dio, 67.1.2 sulle celebrazioni della Quinquatria nella villa di
                           Albano da parte di Domiziano e Cass. Dio, 67.14.3 sui festeggiamenti degli Iuvenalia nella
                           medesima villa.
                             69  CIL X.6667.
                             70  CIL XIV.3635 e 3637.
                             71  CIL XIV.3636.
                             72  HIRSCHFELD, 1905, p. 138.
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