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SUGLI ATTI DEI PRINCIPI EMANATI FUORI ROMA (SECC. I-II D.C.)a29

                             Per gli spostamenti imperiali da Roma verso una residenza extraurbana
                           non sono testimoniati editti, menzioni nei fasti o adempimenti religiosi, co-
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                           me per i viaggi imperiali fuori dalla Penisola . È indubbio che l’arrivo del
                           principe in una villa fosse un avvenimento annunciato, ma il tutto doveva
                           rientrare all’interno di una consuetudine piuttosto ordinaria. Le grandi resi-
                           denze  imperiali  suburbane  di  Anzio,  Tivoli,  Albano  distavano  da Roma
                           qualche ora di viaggio, un paio di giorni quelle campane. Ciò garantiva una
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                           mobilità verso Roma di fatto immediata . È verosimile che queste condizio-
                           ni abbiano inciso sulla composizione qualitativa e quantitativa del comitato
                           imperiale, probabilmente più variabile e meno numeroso dei copiosi seguiti
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                           che accompagnavano gli imperatori in provincia . Molti servizi saranno in-
                           fatti stati svolti dal personale servile e libertino in dotazione stabile alle sin-
                           gole residenze extraurbane. Del personale impiegato nella villa di Anzio i
                           Fasti ministrorum Domus Augustae, redatti in diversi momenti compresi tra
                           il 31 e il 51 d.C., ci restituiscono un profilo squisitamente urbano, rappre-
                           sentativo cioè di una varietà di incarichi che doveva riflettere, in numeri più
                           contenuti,  la  composizione  della  familia Caesaris  presente  nelle  residenze
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                           palatine . Se escludiamo la guardia, peraltro spesso già stanziata presso le
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                           ville maggiori , gli ufficiali del pretorio, la cohors amicorum e i responsa-
                           bili  degli  officia  che  di  regola  seguivano  negli  spostamenti  l’imperatore  –
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                           quali l’ab epistulis , l’a memoria e l’a libellis – almeno sino all’epoca di
                           Traiano molti tra i consiglieri del principe dovettero essere convocati alla bi-
                           sogna. Certamente lo fu Plinio, chiamato per la prima volta a far parte del
                           consilium di Traiano presso la  villa  di  Centumcellae  nel  107  d.C.  Il  reso-
                           conto del senatore comense ci dà modo di apprendere che le cognitiones te-
                           nute in una villa imperiale fossero pianificate per tempo secondo un calenda-
                                                                            79
                           rio fitto e prestabilito: tre giorni, tre cause da discutere . Anche l’ospitalità
                           che Plinio ricevette fu limitata alla durata delle sessioni giudiziarie. È proba-
                           bile che pure le parti in causa fossero alloggiate nella residenza imperiale per
                           il tempo necessario all’espletamento della vertenza giudiziaria. Nel bronzo



                             73  HALFMANN, 1986, p. 65-85.
                             74  Secondo la Historia Augusta, un solerte Marco Aurelio era uso recarsi in senato quando
                           aveva proposte da fare anche trovandosi in Campania, sottintendendo che altri, al suo posto,
                           avrebbero inviato una comunicazione scritta: HA Marc. 10.7: si vero aliquid referre voluit,
                           etiam de Campania ipse venit.
                             75  Cfr. HALFMANN, 1986, p. 92-102.
                             76  Inscr.It. XIII.1.31-32; XIII.2.26; da ultima CHIOFFI, 2017, p. 57-58 con precedente bi-
                           bliografia.
                             77  RICCI, 2004.
                             78  Da Aquae Albulae proviene la dedica sacra della uxor di un liberto imperiale ab epistulis
                           certamente impiegato nel comitato imperiale presso la vicina Villa Adriana; CIL XIV.3909.
                             79  Plin., Ep. 4.11.
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