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Marcomanni; Dione svela che il vero progetto dell’imperatore sarebbe stato
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di «annientarli completamente» (ἐπίπαν ἐξελεῖν ἠθέλησεν) . Qualche tempo
dopo, tra 173 e 175, ossia nella fase di effettiva ripresa dell’offensiva impe-
riale (vd. supra, § 6.2.3), Marco riuscì a imporre condizioni assai severe ai
barbari, da un lato a Marcomanni e Quadi (ELG 60), dall’altro agli Iazigi
(ELG 61): i primi dovettero sgombrare metà del loro territorio, ritirandosi alla
distanza di circa 19-20 km dal Danubio; i secondi, già sconfitti in battaglia, a
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una distanza addirittura doppia . Tali imposizioni erano finalizzate alla crea-
zione di una sorta di no man’s land, primo passo verso l’occupazione progres-
siva del territorio nemico. Dione commenta che l’imperatore «voleva estirparli
totalmente» (ἤθελε μὲν αὐτοὺς καὶ παντάπασιν ἐκκόψαι): si profilava un pro-
getto di sterminio totale (un vero e proprio genocidio), ritenuto un prelimina-
re necessario alla provincializzazione. Da questo punto di vista, si può ipo-
tizzare che la strategia indicata da Marco ed elaborata dal suo stato maggiore
avesse assunto come modello operativo la conquista traianea della Dacia,
che comportò ampi massacri di popolazione locale, la distruzione di molti
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villaggi e l’espulsione dei ‘liberi’ Daci residuali dalla nuova provincia .
In effetti, nel medesimo periodo (ca. 173-174/5), dovrebbe collocarsi quel
piano di occupazione militare del Grande Alföld, che si desume dall’incarico
del legato pretorio A. Iulius Pompilius Piso (già legato delle legioni XIII
Gemina e IV Flavia, ca. 169-172) quale praepositus legionibus I Italicae et
IIII Flaviae cum omnibus copiis auxiliorum dato iure gladii: un comando
militare straordinario su due legioni mesiche (la I Italica di Novae e la IV
Flavia di Singidunum) e vari reparti ausiliari, cui si aggiungevano le prero-
gative di un governatore provinciale (ius gladii), necessarie al riassetto giu-
ridico-amministrativo del territorio nemico (tale duplice incarico può ricor-
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dare quello assegnato a Claudius Fronto in Oriente: vd. supra, § 5.1) . In
parallelo, la nomina del pretorio Vettius Sabinianus a governatore di Panno-
nia Inferior (ca. 173-175), mentre un altro pretorio di talento, M. Macrinius
Avitus Catonius Vindex, reggeva la Moesia Superior (ca. 171/2-174/5), sem-
bra rispondere a una logica di grandi manovre belliche coordinate – quasi
una tenaglia – intorno all’ansa del Danubio. La missione affidata a Piso mi-
rava probabilmente allo sterminio degli Iazigi e alla redazione della provin-
cia Sarmatia (vd. supra, § 6.2.1), ma le operazioni furono improvvisamente
71 Cass. Dio, 71.13 (ELG 59).
72 Cass. Dio, 71.15 (ELG 60) e 16 (ELG 61). Gli Iazigi, che in precedenza avevano incar-
cerato uno dei loro due re, Banadaspo, per aver cercato un accordo diplomatico con Marco
Aurelio, dovettero mandare il re Zantico ad avviare nuove trattative di pace.
73 ARDEVAN, ZERBINI, 2007, p. 23-49.
74 A. Iulius Pompilius Piso: PIR IV, I 47, p. 251-252; MIGLIORATI, 2011, p. 295-297; vd.
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CIL VIII.2582 = 18090 = EDH 031471; CIL VIII.2744 = 18272 = EDH 000864.