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come osserva la HA, molti altri nobiles ebbero sorte analoga e ricevettero
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statue onorarie nel Foro di Traiano .
La menzione dei Germani (ossia di alcuni popoli germanici, non meglio
specificati, che dovevano incombere sulla Dacia Porolissensis) e degli Iazi-
gi, frontalieri della Apulensis, consente di localizzare gli scontri nel Grande
Alföld serbo-ungherese: tra i Germani della parte più settentrionale della
valle del Tisza figuravano i Buri, ma anche ‘nuovi’ popoli germanici, che dai
Carpazi si affacciavano per la prima volta nella vasta pianura (vd. supra, §
6.1.1). In particolare, comparvero allora vari gruppi della lega dei Vandali,
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costretti dai Goti a cambiare le proprie sedi . Si ricordi che, secondo un
escerto dioneo (ELG 57), un leader barbarico, un certo Tarbo, era giunto a
minacciare la Dacia (ca. 169-170) e si era ritirato soltanto dopo che un altro
gruppo barbarico concorrente, guidato da un ragazzo, Battario, non lo aveva
costretto a indietreggiare dai confini romani; Battario aveva infatti siglato un
accordo militare con Marco Aurelio, allora residente in Pannonia (Inferior,
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forse a Sirmium) .
Dopo la morte di Fronto, il consolare Sex. Cornelius Clemens fu chia-
mato a rilevare il governo delle tres Daciae; un escerto dioneo (ELG 58)
svela un episodio assai importante: intorno al 170, i Vandali Asdingi, guidati
da due leaders, Raos e Raptos, sopraggiunsero al confine con la Dacia, spe-
rando di trovarvi terra su cui insediarsi e denaro, in cambio di un’alleanza;
dovettero stipulare un qualche accordo con il governatore Clemens, dal mo-
mento che gli affidarono le proprie famiglie prima di lanciare un assalto
contro i Costoboci. Pur avendoli sconfitti, gli Asdingi continuarono però a
cercare di entrare, insidiosamente, nella provincia romana e finirono per en-
trare in conflitto con i Lacringi (forse anch’essi Vandali). Il governo romano,
come interlocutore nei colloqui diplomatici, ebbe certamente un ruolo de-
terminante nell’orientare alcuni barbari contro altri: lo stesso Marco concluse
infine un’alleanza con gli Asdingi, promettendo loro terre in cambio del ser-
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vizio militare . Tale scaltra diplomazia, dettata da spirito di Realpolitik e fi-
nalizzata a rompere le eventuali alleanze antiromane tra diversi popoli,
avrebbe talora prodotto risultati utili, ma altre volte avrebbe sortito effetti
imprevisti e catastrofici.
65 HA Marc. 22.7.
66 Iazigi, Buri e Vandali, vicini al territorio dei Quadi: Cass. Dio, 72.2.4 (ELG 67, 180
d.C.). I Buri e i ‘liberi’ Daci, confinanti esterni della Dacia romana: Cass. Dio, 72.3 (ELG 68,
180 d.C.).
67 Tarbo, Battario e Marco Aurelio: Cass. Dio 71.11.1 (ELG 57).
68 Asdingi, Lacringi, Costoboci: Cass. Dio, 71.12.1-2 (ELG 58); cfr. Petr. Patr., fr. 7
Müller = Cass. Dio, 71.11.6.