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MARCO SUL DANUBIO TRA FOSFORO E MIELE. L’IMPERATORE E I SUOI COMITESa233

                           provincia era stata già trasferita la legio V Macedonica: vd. supra, § 6.1.4).
                           Nel 170 Claudius Fronto giunse tuttavia al culmine della carriera e insieme
                           all’abisso: dopo aver nuovamente assunto il governatorato di Moesia Supe-
                           rior, il legato del comparto daco-mesico cadde sul campo di battaglia (vd.
                           infra, § 6.2.4).

                             6.2. La guerra germanica e sarmatica di Marco (169-175) 53

                             Nell’autunno del 168 gli Augusti rientrarono ad Aquileia: progettavano di
                           tornare  sul  Danubio  in  primavera,  per  la  ripresa  della  guerra  germanica
                           (l’atteggiamento  sospettoso  di  Marco,  così  restio  a  lasciare  il  fronte,  pare
                           fosse di nuovo prevalso sul desiderio di Lucio di andare a Roma), ma la re-
                           crudescenza della peste causò perdite notevoli fra le truppe, ammassate in
                           città. La situazione ormai precipitava: gli imperatori decisero allora di torna-
                                                                                        54
                           re d’urgenza nell’Urbe, ma Lucio morì improvvisamente ad Altinum . Mar-
                           co ne riportò la salma a Roma e provvide all’apoteosi del divus frater, quindi
                           rimase in città fino all’autunno; in quei mesi la giovane figlia Lucilla, vedo-
                                                                           55
                           va di Vero, fu concessa in sposa al fidato Pompeianus . Tra settembre e ot-
                           tobre del 169 l’imperatore ripartiva verso il fronte danubiano per una duplice
                           guerra, contro Germani e Sarmati al contempo.

                                6.2.1. Il secondo fronte di guerra: i Sarmati Iazigi del Grande Alföld

                             Fin dal 169 si notano alcuni elementi significativi: dopo la morte di Vero,
                           che nel 168 avrebbe preferito risolvere la questione danubiana con una poli-
                           tica di accordi diplomatici e una strategia difensiva dell’Italia (vd. supra, §
                           6.1.1-2), Marco Aurelio riaprì il conflitto nella prospettiva di un attacco ag-
                           gressivo (e, si sperava, risolutivo) contro i principali nemici, Marcomanni,
                           Quadi e Iazigi. Questi ultimi, i Sarmati del Medio Danubio, non compaiono
                           tra i popoli menzionati nella prima guerra germanica (167-168), né viene ri-
                           portato – pur nella frammentarietà delle fonti disponibili – il motivo scate-
                           nante del loro coinvolgimento negli eventi del 169-170. Probabilmente gli
                           Iazigi si erano ritrovati sotto la minacciosa pressione dei nuovi popoli ger-
                           manici,  penetrati  dall’area  transcarpatica  (vd.  supra,  §  6.1.1)  e  discesi  nel
                           Grande  Alföld  ungherese,  ed  essi  stessi  premevano  sul  limes  pannonico  e
                           daco-mesico. Si ricordi peraltro come gli Iazigi fossero alleati dell’impero e
                           costituissero  un  regno-cliente,  al  pari  di  Marcomanni  e  Quadi;  nell’epoca

                             53  HUND, 2017, p. 312-336.
                             54           2
                                BIRLEY,  1987 ,  p.  157-158;  ROSSIGNOL,  2020,  p.  291-293;  CHAUSSON,  CRESCI
                           MARRONE, ROSSIGNOL, 2022.
                             55  HA Marc. 20.6-7.
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