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MARCO SUL DANUBIO TRA FOSFORO E MIELE. L’IMPERATORE E I SUOI COMITESa231
gione aggiuntiva: oltre alla legio II Adiutrix, rientrata ad Aquincum
dall’Oriente, pare fosse operativa in provincia la legio III Italica Concors,
appena arruolata (ca. 165-166: vd. supra, § 5.1) e posta sotto il comando del
legato C. Vettius Sabinianus (ca. 167-168). Pompeianus è attestato in carica
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nel 167 e vi rimase probabilmente fino al 169 .
Il rafforzamento della difesa legionaria pare giustificato dalla posizione
della Pannonia Inferior, esposta agli attacchi di popoli sia germanici (Quadi
e Buri, sul lato settentrionale), sia sarmatici (Iazigi, nella parte centro-
meridionale). Negli anni successivi, al più tardi nel 169/70, si sarebbe infatti
aperto un secondo fronte di combattimento nella guerra germanico-
sarmatica, rivolto contro gli Iazigi (vd. infra, § 6.2.1), ma forse già tra 166 e
168 gli Augusti, predisponendo il potenziamento militare della Pannonia
Inferior e assegnandola a Pompeianus, progettavano una campagna aggres-
siva sul fronte sarmatico. Tale progetto parrebbe rispondere ai piani offensivi
di Marco piuttosto che a quelli, prevalentemente difensivi, di Lucio.
6.1.4. Tra Moesia Inferior e Dacia:
la legio V Macedonica (ca. 166-168) 49
Nel 166 le legioni renano-danubiane tornarono alle loro sedi originarie;
solo la legio V Macedonica rimase in Cappadocia fino al governatorato di
Martius Verus (vd. supra, § 5.1). La legione lasciò l’Asia Minore tra 167 e
168, ma non rientrò a Troesmis (Moes. Inf.): l’iscrizione del veterano T. Va-
lerius Marcianus (vd. supra, nt. 25) registra uno spostamento in Dacia, av-
venuto durante la expeditio Germanica. Tra 168 e 170 la legione venne in-
fatti integrata nell’esercito dacico e acquartierata nel castrum di Potaissa
(Turda) nella Dacia Porolissensis; il potenziamento del comparto dacico, il
cui effettivo legionario saliva da una singola unità (legio XIII Gemina) a due,
come era avvenuto in Pannonia Inferior (vd. supra, § 6.1.3), rispondeva alle
necessità difensive di una macroregione sempre più minacciata dalle incur-
sioni provenienti dalla regione transcarpatica (vd. supra, § 6.1.1), ma poteva
già celare progetti di natura offensiva, nei sensi di un ampliamento del terri-
torio provinciale verso il Grande Alföld (tali progetti di conquista divennero
operativi negli anni seguenti, ca. 169-171, 173-175, 177-180: vd. infra, §
6.2.1 e 5, 6.4.1). In ogni caso, l’aumento dell’apparato militare procedeva di
pari passo con la riorganizzazione complessiva delle tres Daciae (Apulensis,
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48 C. Vettius Sabinianus Iulius Hospes: PIR VIII 2, V 485, p. 259-260; MIGLIORATI,
2011, p. 409-413; vd. ILAfr 281 = EDH 027397.
49 BIRLEY, 1987 , p. 145; ROSSIGNOL, 2020, p. 285, 297.
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