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MARCO SUL DANUBIO TRA FOSFORO E MIELE. L’IMPERATORE E I SUOI COMITESa237
vernatore di Pannonia Superior (vd. supra, § 6.2.2). Dopo alterne e prodi-
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giose vicende, i barbari furono duramente sconfitti (estate 174) .
Occorre inoltre notare come Pompeianus fosse riuscito a riorganizzare ef-
ficacemente la frontiera pannonica tra 170 e 174, al punto di guidare una
campagna offensiva al di là del Danubio. Nel 174 l’avanzata romana decisa
da Marco e condotta da Pompeianus aveva già, con ogni verosimiglianza,
l’obiettivo di preparare la strada all’occupazione stabile dei territori di Quadi
e Marcomanni in vista della provincializzazione (la c.d. Marcomannia: vd.
infra, § 6.4.2-3).
6.2.4. Le tres Daciae sotto attacco:
l’arrivo dei Vandali e l’incursione dei Costoboci (ca. 169-171) 63
Nel 170 Claudius Fronto deteneva il comando straordinario delle tres
Daciae e insieme della Moesia Superior (vd. supra, § 6.1.5): disponendo di
un esercito daco-mesico di quattro legioni, egli si impegnava in aspre batta-
glie contro i Germani e gli Iazigi, otteneva i primi successi sul campo, ma
poi andava tragicamente incontro alla morte. L’obiettivo del governatore pa-
re non fosse soltanto la difesa del limes dacico, ma anche l’occupazione del
territorio dei Sarmati Iazigi (il Banato: vd. supra, § 6.2.1), con una manovra
a tenaglia tra Dacia Apulensis e Moesia Superior; l’intervento dei Germani
pare aver vanificato questo piano strategico. L’iscrizione del Foro di Traiano
registra la caduta di Fronto con un tono commosso di esaltazione eroica,
nello spirito della difesa strenua della res publica: tale immagine retorica de-
riva dall’ideale filosofico (stoico) del rector posto al servizio totalizzante
dello stato; questa formulazione compariva nel senatoconsulto che decretò
l’erezione della statua armata, come pure nella relatio con cui Marco Aurelio
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richiese tale onore al senato . La parabola di Fronto veniva dunque proposta
come paradigma del combattente generoso e leale nei confronti dell’impero,
che si era sacrificato per la sopravvivenza dello stato, minacciato dai barbari;
62 Pompeianus è definito polemarchos nella lettera pseudoepigrafa di Marco Aurelio al
senato riguardante la battaglia miracolosa e il ruolo provvidenziale dei soldati cristiani
(HAINES, 1920, p. 300-303); il documento, per quanto sia di per sé una falsificazione, presenta
vari elementi realistici riguardo allo svolgimento degli eventi, ai luoghi (ἐν Κοτίνῳ) e alle
unità militari coinvolte (inclusa la legio I Adiutrix); cfr. ASTARITA, 1983, p. 73-76.
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63 BIRLEY, 1987 , p. 164-166, 169-171; SCHEIDEL, 1990 b; FILIPPINI, GREGORI, 2009;
ROSSIGNOL, 2020, p. 325-326, 330-334.
64 CIL VI.41142 = EDR 093412, l. 23-29: Huic senatus auctore Imperatore M(arco)
Au|relio Antonino Aug(usto) Armeniaco Medico | Parthico maximo, quod post aliquot
se|cunda proelia adversum Germanos | et Iazyges ad postremum pro r(e) p(ublica) fortiter |
pugnans ceciderit, armatam statuam [poni] | in foro Divi Traiani pecunia publica cen[suit].