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MARCO SUL DANUBIO TRA FOSFORO E MIELE. L’IMPERATORE E I SUOI COMITESa243

                           trix, quindi della II Adiutrix. Costui arrivò a occupare, con la II Adiutrix (ca.
                           179-180), l’importante postazione strategica di Leugaricio (Trenčín, Slovac-
                           chia),  la  roccaforte  dell’alta  valle  del  fiume  Váh,  nel  territorio  dei  Quadi
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                           (Moravia), alla distanza di oltre 120 km dal limes pannonico . A Leugaricio
                           confluirono  diverse  vexillationes  legionarie,  di  cui  Maximianus  assunse  il
                           comando quale praepositus generale; l’occupazione massiccia del territorio
                           nemico  era,  senza  dubbio,  preludio  all’agognata  provincializzazione  della
                           Marcomannia. Un termine di paragone archeologico, purtroppo non corre-
                           dato di documentazione epigrafica, è fornito dall’accampamento romano di
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                           Burgstall presso Mušov (Boemia) .
                             Le fortezze di Trenčín e Mušov paiono confermare le notizie letterarie: da
                           un lato, mentre concentrava gli sforzi  militari sul fronte germanico contro
                           Marcomanni e Quadi (ca. 179-180), Marco Aurelio era disponibile a fare al-
                           cune concessioni, in termini di diritto di cittadinanza, esenzione da tasse e
                           tributi, e rifornimenti annonari, ad altri popoli collaterali, più o meno utili al
                           raggiungimento dei suoi piani, e specialmente agli utilissimi Iazigi e ai loro
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                           affini Roxolani (ELG 64) . Dall’altro lato, le richieste degli ambasciatori di
                           Quadi e Marcomanni venivano drasticamente respinte (ELG 65): Dione ri-
                           porta che questi ultimi lamentavano la presenza oppressiva sul loro territorio
                           di ben 20.000 soldati romani, che possono considerarsi corrispondenti agli
                           effettivi di due intere legioni e dei relativi corpi ausiliari. Le truppe occu-
                           panti erano stanziate nei presidi fortificati e impedivano ai barbari la pastori-
                           zia,  l’agricoltura  e  qualsiasi  attività  produttiva  o  commerciale.  Ai  Quadi,
                           che, ormai esasperati dall’occupazione, speravano di trovare asilo presso i
                           Senoni (quindi nella valle dell’Elba, al di fuori della Boemia marcomanni-
                           ca), l’imperatore avrebbe bloccato ogni via di fuga; gli occupanti sarebbero
                           stati dunque capaci di esercitare un controllo serrato sui valichi e le strade,
                           tra Moravia, Boemia e Sassonia. Dione osserva che l’obiettivo di Marco non
                           era soltanto «quello di impossessarsi del loro territorio, quanto piuttosto di
                           punire  quegli  uomini»  (οὕτως  οὐ  τὴν  χώραν  αὐτῶν  προσκτήσασθαι  ἀλλὰ
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                           τοὺς ἀνθρώπους τιμωρήσασθαι ἐπεθύμει) .
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                           strutture logistico-militari, e la strategia sistematica della ‘terra bruciata’, che
                           riduceva i nemici all’inattività produttiva e all’inedia, vanno intesi come il
                           preludio, già operativo, al genocidio dei popoli barbarici e infine alla instal-




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                             85  M. Valerius Maximianus: PIR  VIII 2, V 125, p. 59-62; MIGLIORATI, 2011, p. 395-401;
                           vd. AE 1956, n. 124 = EDH 002456; cfr. FILIPPINI, GREGORI, 2014.
                             86  Iscrizione rupestre di Trenčín: CIL III.13439 = EDH 074312.
                             87  Cass. Dio, 71.19 (ELG 64).
                             88  Cass. Dio, 71.20 (ELG 65).
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