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(gli «eccellentissimi tra i senatori», τοὺς κρατίστους τῶν βουλευτῶν, secon-
do Dione) che il padre aveva inteso lasciargli quasi tutori (ἐπιτρόπους; cu-
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stodes secondo la HA) , e una strategia diplomatica di compromesso ‘pacifi-
sta’, auspicata da più parti. In quei mesi si riaprirono, in modo progressivo,
le trattative tanto con i Marcomanni, stremati dalla guerra, quanto con i li-
mitrofi Quadi, Iazigi, Buri e Vandali; Commodo decise peraltro di abbando-
nare gli avamposti fortificati (phrouria) in territorio nemico (ELG 67). Ci fu
allora un accordo persino con i ‘liberi’ Daci (ELG 68): a questi ultimi, cac-
ciati dalle loro sedi in numero di 12.000, il nuovo legato delle tres Daciae,
l’esperto consolare Vettius Sabinianus, promise di trovare una zona
d’insediamento all’interno della provincia romana; tale episodio pare tanto
più significativo se paragonato all’espulsione traianea dei Daci e soprattutto
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alle trattative svolte da Cornelius Clemens (vd. supra, § 6.2.4) . Per quanto
negli anni Ottanta del II secolo si riaccendessero talora conflitti armati intor-
no al Grande Alföld, tra la Sarmazia e la Dacia, l’obiettivo prioritario del re-
gime commodiano era diventato il mantenimento della pax e la difesa con-
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servativa del limes danubiano .
7. Conclusioni. ‘I sogni muoiono all’alba’
Due principes – sulla cui diversità caratteriale le fonti insistono con enfa-
si – avevano avuto una formazione simile, ricevendo, in buona parte, gli
stessi maestri di retorica e filosofia, persino gli stessi comites. Il solo Marco
aveva però frequentato alcuni senatori-filosofi stoici – soprattutto
l’intransigente Iunius Rusticus – che avevano forse contribuito, con il loro
rigorismo morale, ad accentuare la rigidità, di pensiero e d’azione, del futuro
imperatore (duritia, unita all’apatheia stoica). In occasione della guerra par-
tica, Lucio Vero aveva dimostrato versatile duttilità, selezionando i più ca-
paci generali dell’epoca (non soltanto i consolari già navigati dell’epoca di
Pio, ma anche un nucleo di ‘giovani leoni’) e rifiutando di inseguire i ‘mi-
raggi’ di Traiano; aveva sperimentato una linea di utile compromesso, tipica
dell’avveduta diplomazia ‘pacifista’ di Adriano, tanto sull’Eufrate, con i
Parti, quanto sul Danubio, con i Sarmati Iazigi. Vero avrebbe voluto eserci-
tare la stessa prassi di governo, tesa a una difesa conservativa del limes, an-
che nel conflitto con i Marcomanni e i Quadi (vd. supra, § 6.1.2).
93 Commodo e i ‘tutori’ di suo padre: Cass. Dio, 72.1.2 (via Xifilino); cfr. HA Comm. 2.6, 3.1.
94 Cass. Dio, 72.2 (ELG 67: Marcomanni, Quadi, Iazigi, Buri, Vandali), 72.3 (ELG 68:
Buri, Daci).
95 Guerre in area danubiana sotto Commodo: Cass. Dio, 72.8.1 (al di là della Dacia); HA
Comm. 6.1 (Sarmazia), 13.5 (Dacia).