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combeva graviter la fama impudicitiae – all’occorrenza sapesse mentire
abilmente; in fondo, a ben guardare, è lo stesso cortocircuito rilevabile dal
confronto tra il Marco della Historia Augusta, che non avrebbe personal-
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mente ordinato la morte di Avidio Cassio (non occidi iussit ), e il Marco
che, pur conoscendo gli sbagli «soprattutto della moglie», avrebbe scelto di
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non indagarli né di punirli (οὔτε ἐπολυπραγμόνει οὔτε ἐκόλαζεν ): a questo
punto, è lecito chiedersi se invece, nel caso di Faustina, possa essere stato
proprio lui a dare l’ordine di ucciderla, pur apparendo ‘ufficialmente’ come
un marito non incline a effettuare controlli e a infliggere condanne.
Quanto poi all’identificazione dell’Annia Faustina con la quale Galeno
venne a contrasto, vanno tenuti in conto alcuni elementi. Il De praecognitio-
ne fu scritto nel 177 o nel 178 e quindi in un anno in cui l’imperatrice era
morta da poco e il suo ricordo era certamente ancora vivo: sarebbe perciò da
chiedersi se, come sostiene condivisibilmente Nutton, l’apparente vaghezza
della perifrasi fosse soltanto dovuta al tatto per il recente lutto – se si crede
alla prima ipotesi, ossia che la Faustina nominata da Galeno sia effettiva-
mente l’Augusta –, oppure si trattasse di astuzia politica del nostro potente
archiatra, il quale, ben conoscendo le voci che circolavano (o che erano state
fatte circolare?) sull’imperatrice – dalla presunta condotta dissoluta
all’ipotetico complotto stretto con Avidio Cassio –, potrebbe aver prudente-
mente preferito alludere alla sovrana attraverso una circonlocuzione che ri-
marcasse la ‘lontananza’ non solo fra lei e l’imperatore ma anche fra se stes-
so e l’imperatrice. E in effetti, forse, la tesi di Ilberg potrebbe non essere in
assoluto così dirimente, nella misura in cui Galeno, purista della lingua gre-
ca, non usa a caso le parole, poiché συγγενής significa genericamente ‘con-
giunto’, ‘parente’ (ossia quella categoria cui Marco avrebbe recato offesa a
causa della sua naturale inclinazione tenuta a freno soltanto per grazia divi-
na, come egli stesso ammette in Τὰ εἰς ἑαυτόν), ma più propriamente ‘cugi-
no’, grado di parentela esattamente rispecchiato anche nella relazione fra
Marco Aurelio e Faustina Minore, l’uno figlio di Marco Annio Vero, l’altra
figlia di Faustina Maggiore, ovvero figli di un fratello e di una sorella, dun-
que connotati dal medesimo legame esistente fra Marco e l’altra cugina, cioè
quell’Annia Fundania Faustina proposta da Ilberg.
Persino la voce ‘alternativa’ riportata da Cassio Dione sulla causa della
morte, ossia la gotta della quale l’imperatrice avrebbe sofferto, sembra reca-
re sottotraccia lo stigma di una versione concordata ‘a tavolino’. Non sotto-
valuterei affatto quanto lo stesso Galeno sosteneva a proposito della diffu-
sione di questa malattia nell’opera In Hippocratis aphorismos commentarii,
121 HA Marc. 26.10.
122 Cass. Dio, 71.34.3.